Chi sono

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Sono Daniela Spagnolo, Influencer di Gentilezza e Inclusività, Scrittrice di Donne, Blogger, Founder of @kindpowity_bydanielaspagnolo. Nel 2013 pubblico, in self publishing, "Fate Moderne", e nel 2016, sempre nella stessa forma, "La gente perbene e la ragazza del mercato". Nel 2018 esce "Il silenzio del Tempo", edito dalla casa editrice 96-rue-de-la-fontaine. Nel 2021 è la volta di "Dora", un noir dai tratti gotici, pubblicato con la LFA PUBLISHER, che si pone l’ambizioso obiettivo di essere il primo di una serie tutta ambientata nella medesima cittadina. Nel 2022 arriva "Piccolo Diario di una Cicatrice", ancora edizioni LFA PUBLISHER: un libro interattivo per provare a ripartire dalle proprie cicatrici. Vivo a Grugliasco alle porte di Torino (la mia città natale), e sono naturalmente spinta verso l’impegno sul territorio, che nel 2023 trova realizzazione nella costituzione del PRIMO GRUPPO DI LAVORO sulla DISABILITA’ – GRUGLIASCO, che ho fondato insieme ad una cara amica con la quale condivido esperienze di vita. Scopri di più su quello che faccio: linktr.ee/daniela.spagnolo_scrittrice

venerdì 24 giugno 2022

La vita di un Ipocondriaco

 La vita di un’ipocondriaca è dura. Durissima.

Si tratta di un’esistenza votata alla Malattia.

Per l’ipocondriaco, la Malattia assume le sembianze di una divinità cui dedicare ogni attenzione.

È una divinità multiforme e variamente dislocata: nel senso che, nel caso non fosse reperibile nel corpo dell’ipocondriaco, al poveretto basterà anche solo sentirne parlare, per farla propria e autogenerarsela.

Quando l’ipocondriaco, per pura distrazione, vive rari e pochi momenti di libertà dal suo unico pensiero fisso, la Malattia riconquista violentemente il proprio posto nella prima fila dei pensieri dello sventurato, accecandolo in ogni suo (blando) tentativo di ripresa di una vita all’apparenza normale.

Sul concetto di normalità, molto ci sarebbe da dire: quali sono, infatti, i parametri vitali di un’esistenza normale?

Ci vorrebbero gli asterischi dell’emocromo, e poi un medico da cui andare per farsi leggere i risultati:

“Dottore, com’è la mia esistenza? Sono nella norma?”

“Bhe… i suoi livelli di Ansia e Paura hanno ecceduto il limite massimo consentito”

“Oddio…è tanto grave?”

“Certamente!”

“Mi dica che c’è una cura, La prego”

“La cura c’è, ma non gliela posso dare, perché per Lei non va bene, purtroppo”

“Ma come?!”

“Lei ha un interruttore in testa?”

“No. Sono nato senza. Lo so. Me lo ha sempre detto mia madre…”

“Ecco, appunto. Se Lei ne avesse uno, glielo potrei spegnere, ma…”

“E allora, come faccio, Dottore? Mi salvi Lei!!!”

“Mi dispiace. Deve salvarsi da solo…”




giovedì 23 giugno 2022

PICCOLI MOMENTI

Se ci pensiamo bene, la nostra vita è fatta di giorni; i giorni sono fatti di minuti; i minuti di secondi…e così via.

La nostra vita, dunque, è fatta di piccole cose, brevi istanti. Piccoli Momenti.

Alcuni particolarmente tosti da superare, altri, invece, decisamente più semplici da passare.

La maggior parte delle volte, invece, si tratterà di momenti neutri: istanti, che scorreranno nella totale indifferenza del nostro IO. Ma saranno proprio quelli i meno impegnativi, e anche i meno apprezzati.

Il nostro cervello ha, ahimè, questo difetto: memorizzare disgrazie, tori subiti, angherie, dolori,…

Dovremmo, invece, imparare a fermarci di più e più spesso; imparare ad analizzare più a fondo ciò che ci capita.

Sono certa che in questo modo, realizzeremmo quanta Serenità permei la nostra esistenza.




martedì 14 giugno 2022

Credo che...

Credo che noi, ognuno di noi, sia stupendo.

Credo che ognuno di noi sia un universo fatto di mille e un’anima.

E che, come in un caleidoscopio, queste anime si confondano tra loro a seconda di come la vita ci faccia girare.

Capita che il caleidoscopio giri bene. Allora sarà bellissimo: un’esplosione di colori vivaci.

Però capita anche che il caleidoscopio giri male: allora ci saranno colori scuri, nebbia, paura, sconforto. Magari anche vuoto, assenza di emozioni.

Come sarebbe bello poter avere il controllo di questo arnese che ci sbatacchia di qua e di là, a proprio piacimento!

Come sarebbe bello governarlo e decidere finalmente.

Certamente, non ci sarebbero più colori scuri, nebbia, paura, sconforto, vuoto, assenza di emozioni.

Sceglieremmo solo i colori dell’arcobaleno, sempre e comunque.

E alla fine, non saremo più capaci di riconoscere più l’arcobaleno.




domenica 12 giugno 2022

QUARANTA GIORNI

 40 giorni. La quarantena ha un senso allora.

Ci ho messo 40 giorni, anzi Quaranta (se lo scrivo in lettere fa più effetto) a comprendere ciò che mi stava succedendo.

La diagnosi iniziale, la conferma; le comunicazioni di carattere burocratico e quelle di carattere organizzativo.

Tutto sparato addosso, a me; solo a me; proprio a me. 

“No no, non ci siamo sbagliati: stiamo parlando proprio a lei, Signora”

“No, guardi, non ci siamo sbagliati, è proprio così, è tutto vero”

Il buio è calato. Come con due tendoni pesanti che celano la tua fonte di luce naturale, sana, vitale.

Ingenuamente, la prima soluzione cui ho pensato è stata: prendo il primo treno e scappo via da qui. Lontano. Così mi lascio tutto alle spalle e non mi accadrà nulla.

Ho anche pensato che se fossi stata sola al mondo, sarebbe stato più facile: nessuna comunicazione da dare, nessuna spiegazione, nessuno sguardo di pietà da sopportare.

Invece no. Devo comunque proseguire, come se nulla fosse. Come se non mi avessero comunicato che …

Quindi: cerca di aprire quelle tende pesanti. Cerca di far entrare la luce di cui prima godevo senza nemmeno rendermene conto.

La mia vita era perfetta, e non lo sapevo. Anzi, spesso me ne lamentavo: ingrata!

Eppure, anche se a volte la luce entra, ora sembra sbiadita e non scalda davvero il cuore.

Ho sulla mia strada persone fantastiche, che prima non conoscevo. Eppure queste stesse persone mi fanno paura e, sinceramente, avrei avuto anche piacere di conoscerle, ma non per la loro professione.

Sì, mi ci sono voluti quaranta giorni (e quaranta notti, come per il diluvio universale) per metabolizzare la mia nuova condizione. Ma questo non significa che io l’abbia accettata.

Sino al 12 aprile, la mia vita era normale, anche se non sapevo di avere, letteralmente, una serpe in seno.

Dal 13 di aprile sono stata catapultata in una realtà parallela dove mi muovo come in una bolla.

Non so ancora cosa mi aspetta. Per il momento, ho raccolto i miei pezzi e ho provato a rimontarli così come mi sembra che stiano meglio. Per provare a reggere gli ulteriori urti. Per provare a continuare.

Lo faccio per Voi, Edoardo, Giulio, Umberto. Lo faccio per Voi, mamma e papà. 

Sono certa che se non ci foste stati, le mie scelte sarebbero state altre, certamente più semplici all’apparenza.



giovedì 9 giugno 2022

A volte capita che...

A volte capita che mi sento divisa. 

Spezzata in due. 

Con una parte di me che affronta le cose della vita in maniera razionale; e un'altra, quella irrazionale, quella che ha paura di lasciarsi andare, quella che ogni volta che si è fidata ha ricevuto una sberla in faccia.

E a volte capita che questa parte sia quella che prende il sopravvento.

E allora succede che penso che ormai è tutto finito. 

E ci credo. 

E mi dispero. 

E sto male, malissimo.

Ed io, proprio io che sprono a fare pensieri positivi ogni giorno, capita che abbia paura di farli, poiché ho il terrore, di nuovo, di illudermi, e questa volta fatalmente.

Ho il terrore di lasciarmi andare, dimenticando anche solo un momento…perché poi l’angoscia tornerà più feroce di prima, e mi tormenterà la testa, fino a farla scoppiare.

Ed è a questo punto che mi arrabbio con me stessa per non aver saputo sfruttare il tempo che avevo prima a disposizione. 

Qualcuno riderà, per questo. Non io. Me ne dolgo parecchio.




lunedì 6 giugno 2022

PAURA. IGNORANZA. OTTUSITA’

La PAURA. È senz’altro la peggior compagna di viaggio, in ogni circostanza.

Voglio essere presuntuosa e pretendo di aver capito perché mi sia capitato “la cosa” (non riesco ancora a nominarla, ci vorrà ancora un po’). Il fatto è che non sapevo apprezzare e mi sotterravo sotto paure inutili. Quando non c’erano motivi oggettivi per aver paura, li inventavo.

Insieme alla Paura, viaggia l’IGNORANZA. Pretendere di sapere di più di chi mi sta di fronte, in barba al suo sapere, alla sua esperienza, persino ai suoi studi!

E riesco pure a stupirmi quando, dopo ore e giorni di pensieri sconnessi e funesti mai interrotti, arrivo alla meta così come mi era stato prospettato proprio da coloro verso i quali non avevo nutrito alcuna fiducia.

Infine, l’OTTUSITA’.

Questa triade viaggia sempre in cabine triple e non ammette altri compagni, perché è sicura e forte della propria superiorità. E quello che la rende maggiormente pericolosa è il fatto che viaggi su un treno senza controllo e al pieno della sua velocità.

L’impatto provoca inevitabilmente danni irreversibili.




sabato 4 giugno 2022

Noi siamo...

No. Non è vero che ci abituiamo all’idea di essere come macchine, pezzi intercambiabili.

Noi siamo gelosi del nostro corpo, gelosi di ogni parte di esso. E anche se spesso, troppo spesso, lo critichiamo, in una parte o in un’altra, in segreto le adoriamo.

È proprio qui che sta l’essenza della difficoltà di cogliere quello che siamo veramente.

Noi non siamo capelli lunghi, folti, lucidi.

Noi non siamo una mano, un braccio.

Noi non siamo labbra.

Noi non siamo un seno.

Non siamo nemmeno le nostre parole.

Noi siamo le nostre Azioni e il nostro Cuore, perché il cervello gioca pessimi scherzi, mentre il cuore ti fa provare emozioni sulle quali noi non possiamo agire: è qui che ci riveliamo per quello che siamo veramente.

Se il cuore ha paura, tu sei paura; se il cuore prova compassione, tu sei compassione.

Se il cuore prova rabbia, invidia, allora tutte le parola che potrai dire a mascherare serviranno a poco.



venerdì 3 giugno 2022

4 maggio

La prima volta in cui le gambe non mi hanno retto è stato quando, all'ospedale in cui avevo partorito il mio ultimo figlio, mi dissero che non sapevano dirmi se il bambino fosse maschio o femmina. Questa conversazione monodirezionale avvenne 72 ore dopo il parto.

Caddi ancora di faccia quando la sua pediatra di allora, all’alba dei suoi diciotto mesi, mi disse con noncuranza di portarlo da un neuropsichiatra, visto che non camminava ancora. Nessuna spiegazione in più.

Anche quella fu una conversazione, anzi una comunicazione, a direzione unica, nella quale non trovava posto il mio sentire fatto di paure e dubbi.

Il 2022 sembra dedicarsi, invece, a me: carcinoma al seno destro.

Faccio fatica ancora a dirlo, a nominarlo, figuriamoci a scriverlo, a renderlo obiettivamente esistente.

Insomma: faccio fatica a credere che sia capitato.

Non voglio dire che a me non dovesse capitare “perché io sono io e voi non siete un cazzo”.

Il mio più grosso errore è stato sprofondare in letture amene su trattati di medicina, chimica, financo chirurgia, dei quali non ho capito un’emeritaceppazza.

Non si leggono le cose scientifiche se non hai la preparazione per capirle!!!

Questo, forse, sarà il tatuaggio che mi farò sulla mano destra, quella che mi capita più spesso di incrociare con gli occhi.

Quindi, ora ho una macedonia in testa, e la macedonia, se non è di frutta, genera paura e la paura mi fa andare nel panico.

La paura mi ha fatto iniziare a vivere come sospesa: la mia sensazione è quella di non avere più tempo; è quella che qualunque cosa io faccia, non abbia senso alcuno.

Ma soprattutto, sono arrabbiata con me: per aver investito energia in tutto quanto ora non può essere altro se non inutile.





 

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