Chi sono

La mia foto
Sono Daniela Spagnolo, Influencer di Gentilezza e Inclusività, Scrittrice di Donne, Blogger, Founder of @kindpowity_bydanielaspagnolo. Nel 2013 pubblico, in self publishing, "Fate Moderne", e nel 2016, sempre nella stessa forma, "La gente perbene e la ragazza del mercato". Nel 2018 esce "Il silenzio del Tempo", edito dalla casa editrice 96-rue-de-la-fontaine. Nel 2021 è la volta di "Dora", un noir dai tratti gotici, pubblicato con la LFA PUBLISHER, che si pone l’ambizioso obiettivo di essere il primo di una serie tutta ambientata nella medesima cittadina. Nel 2022 arriva "Piccolo Diario di una Cicatrice", ancora edizioni LFA PUBLISHER: un libro interattivo per provare a ripartire dalle proprie cicatrici. Vivo a Grugliasco alle porte di Torino (la mia città natale), e sono naturalmente spinta verso l’impegno sul territorio, che nel 2023 trova realizzazione nella costituzione del PRIMO GRUPPO DI LAVORO sulla DISABILITA’ – GRUGLIASCO, che ho fondato insieme ad una cara amica con la quale condivido esperienze di vita. Scopri di più su quello che faccio: linktr.ee/daniela.spagnolo_scrittrice

lunedì 1 luglio 2024

OCCHI

 Mi piace guardare le foto del passato.

Mi fanno tornare in mente ciò che è stato. E, siccome generalmente le foto vengono scattate in occasioni speciali, occasioni che vogliamo imprimere nella memoria per la loro carica positiva di emozioni e per le persone che le hanno composte, inevitabilmente i ricordi che riaffiorano sono positivi e gradevoli.

Mi accorgo, però, che le sensazioni che mi riempiono l’animo, mentre guardo le foto del passato, hanno sempre, sempre, un retrogusto amaro; mi sembra di sentire in bocca l’amaro dolce della novalgina, un altro pezzo di passato, fatto di una cucina stretta e lunga, un balcone lungo e stretto, affacciato su un cortile di cemento circondato da palazzi alti e popolosi.

Poi, mi piace confrontare le foto del passato con quelle recenti, attuali, contemporanee, per vedere in che particolari io sia cambiata.

È vero, ho i capelli che stanno virando verso il bianco. Non può essere solo l’età, mi dico.

Ho scoperto di essere stata troppo esigente nei miei confronti, in passato. Mi consolo, mi perdono, ora.

Nonostante siano molte le, ancora piccole, differenze tra il “prima” e il “dopo”, ho capito che il principale dettaglio che evidenzia il tempo trascorso, nel mio caso sono gli occhi.

Un taglio che vira inesorabile verso il basso, e che appesantisce la palpebra, è il nuovo assetto.

Occhi che appaiono più stanchi, sguardi che risultano più gravi: questo è il quadro del presente, contro un passato fatto di occhi e sguardi proiettati verso l’alto e verso gli obiettivi fissati.

Sarà perché i ricordi positivi sono quelli che si sedimentano in basso, nel fondo del nostro cuore?

Sarà forse un (vano) tentativo dello sguardo di farli riemergere, quei ricordi, per riportali in vita, al di fuori dello stesso cuore?

Non so rispondermi.

So che, in questi anni, mi piace immergermi nei ricordi: rivedere persone, luoghi; rivivere emozioni di un tempo. Rivedo e rivivo come fossero presenti. 

Sì, confermo che i miei occhi virano verso il basso.

 

 



domenica 28 gennaio 2024

Che cos’è la MEMORIA?

 

Che cos’è la MEMORIA?

Se ne cerco la definizione, ecco cosa trovo:

Memoria è la funzione psichica di riprodurre nella mente l’esperienza passata, di riconoscerla come tale e di localizzarla nello spazio e nel tempo; oppure ancora Apprendimento e ripetizione fedele, non necessariamente legati ad una completa o corretta comprensione

A leggere queste due definizioni, si direbbe che la memoria sia cosa solo ed esclusivamente mentale; un affare legato alle sole capacità – o incapacità – della mente, che dunque la mette in pratica attraverso il Ricordo, ossia l’impronta di una vicenda singola o di un’esperienza più complessa.

Ne la “Recherche du Temp Perdu” Proust veicola anche ai non addetti ai lavori il concetto di Memoria Involontaria, che si manifesta grazie ad indizi presenti nel quotidiano e che risulta più legata al vissuto personale.

Altra Memoria è quella  Selettiva, per la quale la nostra mente seleziona solo quello che vogliamo ricordare.

E poi ancora la Memoria Storica, che unisce, celebra, solidarizza, attorno ad una memoria comune di gloriose gesta e di riconosciuti meriti. In questi casi, infatti, essa crea una compatta base storica che serve da piattaforma sulla quale il popolo potrà trovare le proprie radici, affondate nella tradizione e nelle storie tramandate.

Ma perché è importante la Memoria… o meglio: e’ importante la Memoria? E quale?

In una società dell’effimero e del bello precario e passeggero, che esalta unicamente il positivo, purchè individualmente utile, che posto potrebbe trovare la Memoria?

Essa è economicamente irrilevante; positivamente inutile; socialmente assente; individualmente segreta.

Sta proprio in queste quattro caratteristiche l’importanza della Memoria, in un frangente storico come il nostro.

Oggi è tutto affidate all’etere, persino i sentimenti e le emozioni. Questa pratica è talmente diffusa, che riusciamo a sapere in tempo reale se dall’altra parte del mondo stiano mangiando un hamburger e come, ma rischiamo di non ricordarci se la sera prima nel nostro stomaco ci fossero le farfalle.

Bisognerebbe fermarsi un momento davanti ad una foto, o ad una pagina di diario.

Entrarci dentro, immergerci in quello che l’autore o l’autrice ha affidato all’immagine o allo scritto, e fare una cosa che non siamo più tanto abituati a fare: SENTIRE.

Con il cuore, con la pancia. EMPATIZZARE

È un esercizio difficile e lo diventa ancora di più se o si fa attraverso il tempo. In questo caso, ci vuole Memoria.

Sicuramente non quella selettiva e nemmeno quella involontaria.

Bensì Memoria scomoda, cruda, oggettiva e, soprattutto, comune.

Quella memoria che permette di conoscere i fatti per come sono stati e combatte il rischio che l’oblio porta implicitamente in sé: la negazione.

L’importanza di avere memoria si manifesta proprio quando essa risulta essere ben cementificata nelle genti, che diventano così sicure di essa tanto da darla per scontata: è proprio allora, momento che generalmente coincide con il ricambio generazionale, che diventa indispensabile rinfrescarla e ristabilirla, renderla nuovamente viva, perché vada ad instaurarsi nelle menti più giovani ed esse la facciano propria.

Ben vengano, dunque, tutte le giornate commemorative, perché con la forza delle immagini e dei documenti siano testimoni di un passato che non vogliamo, ma anche formino la coscienza comune delle nuove generazioni. E’ questa l’importanza della Memoria.

Per lo meno finché non arrivi a diventare pura e semplice celebrazione fine a sé stessa.

In quel caso, pur mantenendo Memoria, avremmo perso il senso della stessa.




martedì 12 dicembre 2023

LA PREFEZ... LA PEFREZ... LA PERFEZIONE

Ho dovuto fare i conti con una realtà, la mia: io non sono perfetta.

Bella scoperta direte voi!

Ecco, anche questo mio preoccuparmi del “direte voi”, è sintomo di una ricerca di perfezione che non mi riesce. Perché, in fondo, non mi appartiene.

Ma dove sta la Perfezione?

Nelle case ordinate?

Nelle cose dette puntuali e precise?

Negli abbinamenti azzeccati?

Nelle aspettative soddisfatte?

...

Sta davvero in tutto questo, o forse dovremmo per meglio dire dietro tutto questo?

Proviamo a sporgerci, a guardare in questo dietro. Dietro le case ordinate, dietro le cose dette puntuali e precise, dietro gli abbinamenti azzeccati e dietro le aspettative soddisfatte.

Che cosa c’è?

Io ci vedo Paura.

Ma di che cosa?

Di qualcosa che sta di fronte a quello che abbiamo elencato prima e che credevamo l’essenza della perfezione: il Giudizio.

Il Giudizio di chi ci guarda dal di fronte, senza preoccuparsi di fare questo piccolo giro, questo piccolo approfondimento che abbiamo appena fatto noi; che ci guarda come se fossimo una figura in due dimensioni, ignorando completamente profondità e volume di cui siamo fatti.

E di che cosa saranno mai composti, questa profondità e questo volume?

I miei, ad esempio, sono fatti di: speranze, ambizioni, sogni, affetto, amore, lacrime, fatica, pazienza, rabbia, dolore, angoscia, ansia, entusiasmo, rassegnazione, pace, stanchezza, quiete,…

Troppo per essere limitato ad un solo piano di sviluppo.

Perfezione e Giudizio legati da un filo invisibile, capace di legare le nostre profondità.




 

 

 

domenica 19 novembre 2023

Siamo tutte Giulia e Giulia e la figlia di tutte

Una nuova ennesima tragedia e mi chiedo: cosa posso fare io, che sto a 400 chilometri di distanza?

Ecco, la distanza. Certe cose capitano agli altri, alle figlie degli altri e, soprattutto, ai figli degli altri.

Ai miei figli non capiterà mai, di essere carnefici. Perché io sono una madre perfetta; perché la mia è una famiglia perfetta. Messa la domenica, natale, pasqua; vacanze al mare d’estate, in montagna d’inverno; scuole regolari; lavori più che dignitosi; casa pulita, in ordine e piena di cose inutili ma utili.

No, in tutto questo il seme del male non troverà mai terreno fertile per germogliare.

E se invece fosse proprio tutta la perfezione che ostentiamo ad essere il nutrimento di questo male che ancora riesce a stupirci?

Che poi, questo male, detto così, ha qualcosa di etereo, intangibile. Invece il male ha nomi ben definiti: Odio, Rabbia, Rancore, Frustrazione.

Ecco, lo stupore. Se ancora, dopo i più di 100 femminicidi che sono stati commessi da inizio 2023 riusciamo a stupirci dell’ennesima efferata violenza, allora forse qualcosa ce la stiamo perdendo.

Ma cosa?

Ci stiamo perdendo i piccoli gesti quotidiani che sono gli embrioni delle violenze di domani.

Il soprassedere di fronte al più celebre dei commenti sessisti, non fare la femminuccia, solo perché pronunciato tra le sacre mura domestiche.

L’ignorare volutamente i pesi che gravano nel capo di una donna nell’ambito della gestione della famiglia.

Nutrire, ancora nel 2023, una maggiore considerazione per il figlio maschio rispetto alla figlia femmina.

Azioni comuni, considerate come innocenti perché prive di conseguenze immediatamente eclatanti.

Eppure, eccole qui, proprio qui le culle per quei maledetti semi del male.

Il soprassedere e l’ignorare sono cibo per ego smisurati, che vivono nella convinzione che le proprie azioni e le proprie parole non possano avere conseguenze su chi le subisce o chi le ascolta.

Da madre di soli figli maschi, credo che non sia più soltanto il caso di esortare le vostre figlie ad alzare la testa, ma anzi sono convinta che sia il tempo di farla abbassare ai nostri figli: decisamente cresciuti con messaggi di superiorità sessuale continuamente trasmessi, anche in maniera implicita, da più canali di comunicazione, anche e soprattutto da certa musica distante anni luce da noi genitori.

Da madre di soli figli maschi, spesso mi sento dire che sono in minoranza in casa mia. Ma, signori, non si tratta di una gara e smettiamola dunque di pensarla come tale: smettiamola di interpretare i rapporti come delle continue competizioni, che inevitabilmente prevederanno un vincitore e un vinto.

Da madre di soli figli maschi, questa sera accenderò un lumino per Giulia e per tutte le altre donne, prima di lei, vittime. Ma non lo accenderò io: lo farò accendere ai “miei” maschi di casa.

Invito tutte, Voi madri degli uomini di domani, a farlo insieme: sarà un modo per riflettere sulle nostre mancanze e provare a pensare come possiamo migliorare il nostro quotidiano, soprattutto per azzerare le possibili culle di semi di Odio, Rabbia, Rancore, Frustrazione.

E poi, parliamo con i nostri piccoli uomini, ascoltiamoli e correggiamoli; non giriamoci davanti alle loro imperfezioni; soprattutto, non mascheriamole con frasi del tipo “è una ragazzata” poiché le “ragazzate” sono veri e propri embrioni di violenza.

 


 

 

venerdì 13 ottobre 2023

BASTERA' UNA MENTE SOLA?

Devo assolutamente mettere ordine nei pensieri.

Abbottonarli, stirarli, piegarli.

Li sento, a volte, che sono tutti stropicciati.

Ho sonno. 

Ho fame.

Sono stanca.

I pensieri si accumulano, non se ne vanno.

Ma... mi basterà una mente sola?




domenica 25 giugno 2023

Paura di essere felice?

Sono al parco.

Sono seduta su una coperta.

Sono al parco, seduta su una coperta stesa sull'erba.

Il rumore della citta' e' rimasto fuori dal cancello.

Si sente solo il ronzio mite degli aeroplani da turismo.

Guardo davanti a me; sento girarmi la testa.

Il respiro mi si fa corto, non riesco a riempire i polmoni.

La vista mi si annebbia.

Sono sola con mio figlio piu' piccolo: e'qui accanto a me che dipinge.

Non ho fretta, non ho impegni.

Metto della musica con il cellulare.

Chiudo gli occhi. Li riapro.

Capisco che sono felice e in pace.

Non conoscevo questo equilibrio, che mi ha confusa.

Ho forse paura di essere felice?








martedì 13 giugno 2023

NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI

Notte prima degli esami. Ma quand’è che sei cresciuto così, figlio mio?

Mio. Ancora mio?

Ormai devo aggiungere un avverbio davanti all’aggettivo e, soprattutto, un punto interrogativo subito dopo.

Ricordo bene quella tua manina alzata verso di me, e la pelle morbida, quando toccava la mia e si faceva racchiudere. Ricordo bene il tuo sguardo acceso, il tuo sorriso furbetto.

Ahimè, adesso li hai messi via: per un po’ hai deciso di privarne il mondo, per lo meno quello che conosco io.

Si chiama adolescenza, baby. Eh sì: me o ripeto spesso, praticamente tutti i giorni. Ma, come  si dice: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, anche se si tratta di parole proprie!

E allora me lo ripeto: quand’è che sei cresciuto così, figlio mio?

Forse, quello che veramente voglio chiedermi è solamente quando e come e perché è volato così veloce il tempo. E dove  finito.

Nei tuoi capelli ricci, nelle tue gambe lunghe, nelle tua mani grandi?

O, più semplicemente, nei miei capelli grigi?

E basta, allora, con gli "Io ho fatto così"

Notte prima degli esami. 

E devo ricordarmi che non sono i miei. 




Post in evidenza

MAMME BELLE

Edoardo: "Mamma, tu sei bella". Mamma: "Grazie. Tutte le mamme sono belle". Edoardo: "Non è vero, solo tu". ...