Volevo scrivere qualcosa su questo anno che finisce e il
nuovo che sta per iniziare.
Volevo essere epica, romantica, letteraria, insomma un misto
tra Eco e D’Annunzio, per dire quanto l’anno che sta finendo mi abbia lasciato
in ricordo e quanto quello che per arrivare mi gonfi di nuovi propositi.
Però…niente. Non mi veniva in mente niente.
Quello che pensavo era sempre la stessa cosa: ma che cosa ho
combinato in questo 2019 appena passato?
Ho fatto la mamma: ho pensato ai miei bimbi, li ho accuditi,
sgridati, coccolati, accarezzati; ho guardato con loro i cartoni che gli
piacciono di più, che poi sono anche quelli che a me fanno venire la noia
cosmica, ma va bene lo stesso; li ho ascoltati nei loro racconti tanto infiniti
quanto rari delle proprie vicissitudini a scuola, coi compagni; ho ascoltato i
resoconti, non sempre rosei, delle maestre; li ho accompagnati dal pediatra,
dal dentista, dal fisioterapista, a nuoto, a calcio, a chitarra, a batteria, a
basket, a catechismo; gli ho dato per 365 volte la buonanotte col bacino.
Ho fatto la moglie: ho ascoltato mio marito anche se
non sempre lui ascolta me, gli ho preparato i suoi piatti preferiti, ho
consolato le sue tristezze lavorative, l’ho consigliato, a volte l’ho anche
sfanculato, in alcuni casi con ragione e altri con un po’ di meno; in ognuno di
questi casi, gli ho voluto bene, anche quando pensavo di no.
Ho fatto la figlia: sono stata attenta a non far
sentire soli i miei genitori, che hanno solo me; li ho aiutati con i medici, ho
raddrizzato le loro uscite fuori strada, ho riappacificato le loro liti, gli ho
fatto godere i nipoti. Gli ho detto che gli voglio bene.
Fin’ora pare che io sia stata brava, sembra l’anno di una Santa.
Ma in realtà sono stata anche cattiva, con chi ho ritenuto
sia stato perfido con me. E’ stata la prima volta…credo. Ma è stata
liberatoria.
Non sono riuscita a ritagliarmi tutto il tempo che desideravo
dedicare alle mie amiche, quelle che di me si ricordano sempre.
Ho dimenticato, troppo spesso, di rallentare, pagandone le conseguenze.
Ho dimenticato, a volte, di ridere.
Mi sono concentrata troppo sui doveri.
Ho usato troppa plastica: scusa, Greta.
Non ho fatto sempre la differenziata, anzi, quasi mai.
Ho dimenticato, troppo spesso, Dio, senza accorgermene.
Ma soprattutto, continuo ad avere sempre lo stesso dubbio:
il plurale di CAPODANNO è, CAPODANNI o CAPIDANNO?
Buon anno nuovo, qualunque esso sia.