Chi sono

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Sono Daniela Spagnolo, Influencer di Gentilezza e Inclusività, Scrittrice di Donne, Blogger, Founder of @kindpowity_bydanielaspagnolo. Nel 2013 pubblico, in self publishing, "Fate Moderne", e nel 2016, sempre nella stessa forma, "La gente perbene e la ragazza del mercato". Nel 2018 esce "Il silenzio del Tempo", edito dalla casa editrice 96-rue-de-la-fontaine. Nel 2021 è la volta di "Dora", un noir dai tratti gotici, pubblicato con la LFA PUBLISHER, che si pone l’ambizioso obiettivo di essere il primo di una serie tutta ambientata nella medesima cittadina. Nel 2022 arriva "Piccolo Diario di una Cicatrice", ancora edizioni LFA PUBLISHER: un libro interattivo per provare a ripartire dalle proprie cicatrici. Vivo a Grugliasco alle porte di Torino (la mia città natale), e sono naturalmente spinta verso l’impegno sul territorio, che nel 2023 trova realizzazione nella costituzione del PRIMO GRUPPO DI LAVORO sulla DISABILITA’ – GRUGLIASCO, che ho fondato insieme ad una cara amica con la quale condivido esperienze di vita. Scopri di più su quello che faccio: linktr.ee/daniela.spagnolo_scrittrice

giovedì 17 febbraio 2022

Giudici & Giudizi

Il problema di questi nuovo secolo, questo secolo che vive e si sviluppa interamente nell'etere in ciò che non esiste veramente, sono i Giudici. Ma non i Giudici intesi come Magistrati, insomma, quelli che hanno studiato Giurisprudenza. 

No.

I Giudici dell'ultima ora, quelli che sanno sempre tutto; quelli che sono certi di essere sempre nella posizione corretta e, ovviamente, di essere i migliori di tutti gli altri; quelli che non si mettono mai in discussione e pare che guardino il mondo intero da sopra il loro piedistallo.

Però, c'è un però.

Alzi la mano chi di noi non ha mai, MAI, proprio MAI MAI indossato i panni del giudice di qualcun altro. E non vale addurre la pseudo-giustificazione "E però lui/lei ma ha offesa, mi ha fatto stare male,..."

No.
Io ho intrapreso una mia piccola-grande battaglia personale: sensibilizzare le persone verso il linguaggio decisamente offensivo, che vede l'utilizzo di termini dell'ambito delle invalidità, per offendere o deridere.

Bene. Brava!

Ma il limite con il giudizio, anche nel caso di iniziative tanto pregevoli, è molto sottile: anche il corro il rischio di giudicare, dunque.

E se lo faccio, non me ne rendo conto? 

Oppure, tacitamente, mi giustifico?


Beccatevi la puntata sui Giudici e Giudizi della mia Serie IGTV: https://www.instagram.com/p/CZ2IfeVlXfa/




martedì 15 febbraio 2022

STEREOTIPI E ALTRE AMENITA'

 

Oggi la mia vicina di casa, una mamma come me, mi ha chiesto come andasse con l’ansia.

Subito, non ho capito, ma poi lei mi ha spiegato che si riferiva alla puntata sulle forme dell’ansia.

Ecco: questo mi ha dato conferma del fatto che allora i miei deliri in diretta instagram non sono del tutto inutili! Risultano piacevoli e, perché no, riescono ad alleggerire il fine giornata e i pensieri.

Tanti sono i pensieri che nascono e fanno le capriole in testa e poi nello stomaco, perché tante sono le sollecitazioni ricevute e, mi sento di dire, tutte positive.

Si è parlato tanto di stereotipi, in quest'ultimo periodo, e allora vorrei fare un esercizio: quanti e quali sono gli stereotipi, che fanno ormai ahimè parte della nostra vita e del nostro parlato?

Sono certa che, più spesso di quanto pensiamo, usiamo figure, magari sotto forma di battuta, che possono risultare indigeste per altri.

Un esercizio utile è quello di elencarli per provare poi ad eliminarli dal nostro parlato..

Il guaio è che potremmo scoprire che anche noi ne usiamo o ne pensiamo tanti, troppi.

Un altro tema di cui si è tanto ultimamente parlato è l’accoglienza dell’altro, al di là delle apparenze.

Ma, non raccontiamoci frottole: questa dell’accoglienza continua ad essere una favola. Bella, ma pur sempre una favola.

Quante volte non ci siamo sentiti accolti noi, è vero.

Ma quante altre, invece, non siamo stati capaci di accogliere noi per primi?

Che fare, dunque?

Cospargersi il capo di cenere e pentirsi?

Struggersi perché non ci hanno accolti a braccia aperte?

Il cambiamento, se lo vogliamo vedere, deve sempre partire da noi, qualunque sia la situazione.

Dunque, cominciamo NOI per primi, ad accogliere NOI, le nostre debolezze.

Facciamoci caso: quando non riusciamo a sopportare qualcuno, spesso è perché quel qualcuno ci ricorda ciò che in noi definiamo difetti.

Perdoniamoci di più, per accogliere ciò che consideriamo sbagliato in noi, e di conseguenza riusciremmo ad accettare i difetti altrui.

Che poi: ciò che a me sembra un difetto, per qualcun altro potrebbe essere un pregio. Tutto è relativo!

Il risultato finale dovrebbe essere il superamento di un grande freno, il freno-motore dei rapporti umano: il risentimento.

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