Chi sono

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Sono Daniela Spagnolo, Influencer di Gentilezza e Inclusività, Scrittrice di Donne, Blogger, Founder of @kindpowity_bydanielaspagnolo. Nel 2013 pubblico, in self publishing, "Fate Moderne", e nel 2016, sempre nella stessa forma, "La gente perbene e la ragazza del mercato". Nel 2018 esce "Il silenzio del Tempo", edito dalla casa editrice 96-rue-de-la-fontaine. Nel 2021 è la volta di "Dora", un noir dai tratti gotici, pubblicato con la LFA PUBLISHER, che si pone l’ambizioso obiettivo di essere il primo di una serie tutta ambientata nella medesima cittadina. Nel 2022 arriva "Piccolo Diario di una Cicatrice", ancora edizioni LFA PUBLISHER: un libro interattivo per provare a ripartire dalle proprie cicatrici. Vivo a Grugliasco alle porte di Torino (la mia città natale), e sono naturalmente spinta verso l’impegno sul territorio, che nel 2023 trova realizzazione nella costituzione del PRIMO GRUPPO DI LAVORO sulla DISABILITA’ – GRUGLIASCO, che ho fondato insieme ad una cara amica con la quale condivido esperienze di vita. Scopri di più su quello che faccio: linktr.ee/daniela.spagnolo_scrittrice

mercoledì 12 giugno 2019

IL VILLAGGIO VACANZA


Questa settimana ho la fortuna di potermi godere un po’ di riposo in un villaggio turistico nella splendida terra di Calabria.
Non volendo suscitare l’invidia di nessuno, materializzantesi in involontarie jatture che potrebbero manifestarsi con mal di pancia improvvisi, non vi starò a descrivere né il mare, né il posto: vi basti sapere che sono un angolo di paradiso.
Detto questo, vorrei spendere due parole di riflessione sulla fauna tipica del villaggio vacanza.
Dunque, la fauna del villaggio vacanza esiste veramente e non si tratta di una creatura leggendaria: lo so perchè già in altre occasioni ne ho potuto sperimentare un incontro ravvicinato e anche in quei casi, le peculiarità erano le stesse.
Cominciamo con le caratteristiche fisiche.
L’animale da villaggio si presenta con un mantello multicolor, che ha la funzione di confondere gli altri coabitanti e, nella migliore delle ipotesi, ammaliarli con i suoi colori brillanti. In alcuni casi, tale manto viene addirittura utilizzato per “acchiappare” la preda prescelta.
Nel caso delle femmine di questa specie, il mantello, è soggetto a muta rapida: vale a dire che abbiamo un manto per il mattino, uno per il pomeriggio e infine uno per la sera.
La prima tipologia si caratterizza per la semplicità delle linee e dei colori: parola d’ordine sobrietà, per non dire banalità, poiché esso andrà a ricoprire la femmina durante la colazione a buffet e la sosta in spiaggia. Dovrà pertanto essere resistente alle macchie di caffè espresso e di uovo al tegamino, ma anche alla crema solare mescolata con la sabbia in un mix simile al calcestruzzo ma un po’ più liquido.
Dopo il pranzo e la dovuta pennica di rianimazione, ecco che l’animale da villaggio si trova di fronte ad una nuova sfida: il pomeriggio in Villaggio. Il pomeriggio, sappiamo, è la parte più impegnativa della giornata poiché è molto lunga, calda e densa di rotture di palle: dai figli che vogliono contemporaneamente 50 gelati e fare il bagno in piscina, all’amico che ti vuole tirare dentro ad un torneo di scala quaranta.
L’animale da villaggio femmina deve affrontare una sfida in più: il cambio tattico di mantello, senza risultare ancora troppo volgare, che a quello ci penserà nell’ultima parte di giornata.
L’outfit del pomeriggio sarà pertanto un vedo-non-vedo intrigante per il maschio presente in villaggio, che -lo sottolineiamo- ancora indossa lo stesso outfit del mattino precedente. Le linee saranno più strette attorno ai rotolini dei fianchi e a quelli delle chiappe, estremamente in mostra grazie a costumi pure loro vedo-non-vedo, ma che in realtà lasciano vedere anche troppo.
Sempre nel pomeriggio, inoltre, la femmina inizia la famosa “danza dell’attizzamento”, rivolta indistintamente al proprio maschio e a quelli delle altre: tanto lo fanno tutte perciò non sono gelose. Ma vendicative sì: i balli caraibici organizzati dagli animatori generalmente nella piazzetta centrale di questi posti di perdizione offrono alle femmine occasioni ghiotte di sputtanamento, senza che loro lo sappiano neanche.
Tra uno sculettio e un altro, la femmina si traghetta sino a sera, la punta di diamante della vacanza in villaggio.
La sera, o soireé, è il momento in cui la vera natura delle femmine di ogni specie viene fuori, spudorata e disinibita, senza sovrastrutture e ragionamenti da intellettuali sfigati.
La femmina del villaggio di spoglia così dei freni inibitori della vita cittadina, si denuda delle credenze borghesi, si manifesta nella sua vera natura: insomma, si mette in mostra neanche ci fosse un mercato di carne fresca (che poi proprio fresca in genere non è) e, generalmente, se ne fotte apertamente del suo povero maschio. E così: profumo a volontà, paillette sberluccicanti che svolazzano, pizzi, merletti, tacchi, spacchi, brillantini, unghie smaltate, mascara, rossetti, orecchini grossi come bicchieri, anelli grandi più del dito, bracciali che sembrano fermatende, collane da far venire la cervicale e chi più ne ha più ne metta.
Conciate amabilmente in questa maniera, le femmine si avvicinano, ondeggianti e ammalianti, al buffet serale, dove si consuma un sacrificio orgiastico del buoncostume.
Si comincia con il confondere i camerieri, giovani prede generalmente consenzienti, che si trovano a dover sorridere anche alle dentiere incorniciate dal rossetto. Essi cadono per primi, per la gloria del Villaggio e per un pezzo di pane.
Una volta aperte le porte del salone ristorante, però, non c’è più pietà per nessuno: le tavolate imbandite vengono assaltate. È un combattimento all’ultimo piatto, con unghie lunghe rosso corallo che si dividono la stessa bruschetta (fatalità), seni in bella mostra all’addetto degli arrosti per avere il pezzo migliore, tacchi piantati per passare avanti alla fila dei fritti al momento.
Ci sono esemplari di questo animale che frequentano corsi da cameriere da sala prima di andare in vacanza, per esser capaci di trasportare dieci piatti colmi tutti insieme. È un tripudio acrobatico.
Una volta raggiunto il proprio obiettivo, la femmina dell’animale da villaggio, che si conferma predatrice, esce dalla calca ai tavoli imbanditi, per avvicinarsi, vittoriosa e fiera, al proprio tavolo, dove in genere ha lasciato la prole affamata e piangente e il compagno paralizzato dalla confusione. Nel farlo, non dimentica di ondeggiare i fianchi, per suscitare  nei maschi, tutti tranne il proprio ,ammirazione per il suo didietro, e nelle altre femmine, magari meno dotate fisicamente o ancora troppo legati ai propri principi morali (leggi: sfigate) invidia e rosicamenti.
Terminata la cena, tutti gli esemplari si recano, in branco piuttosto ordinato, in ampli spazi aperti, dove gli ammaestratori li addestrano con musiche assordanti e luci psichedeliche. Sono questi i momenti in cui eventuali – ma rari per via delle peculiarità del maschio che tra poco vedremo - adescamenti trovano conferma: nel buio della notte e nella confusione delle musiche e delle luci, mani e bocche scivolano malamente in involontari (per carità) errori di coppia.
Finito l’ammaestramento, finisce anche la confusione dell’accoppiamento promiscuo, e le femmine rientrano alle proprie tane chi soddisfatta chi un po’ meno, ma mai nessuna a bocca asciutta (che tanto almeno il marito c’è).
In tutto questo manicomio, meno male che ci sono loro: gli esemplari maschili, esempio di stoicità e stabilità con la loro semplice gaiezza manifestata in espressioni da ebeti felici.
Essi si pongono normalmente in luoghi tattici del Villaggio, facilmente riassumibili: la piscina, il bar, il ristorante.
La spiaggia la toccano durante le ore più calde, quando le proprie femmine riposano e in giro ci sono solo gli esemplari più giovani e tonici.
Il maschio, esemplare esotico per eccellenza, non ha molte esigenze, mai. Tanto per cominciare, il loro manto è sempre lo stesso. Se potessero lo terrebbero da inizio vacanza sino al termine, se non fosse per la propria femmina che li spinge malamente al ricambio, quantomeno per decenza.
Il maschio si presta, come abbiamo visto, ai giochi di coppia delle altre femmine, sempre con occhio vigile per non farsi scoprire dalla propria, purchè essi non richiedano troppo coinvolgimento mentale né troppo tempo: il tempo è prezioso per lui e lo dedica principalmente al riposo. Ecco dunque, che nei momenti di veglia al maschio viene richiesto di dedicarsi a due attività per lui molto faticose: il reperimento del cibo, durante il quale dovrà confrontarsi con femmine che abbiamo visto agguerritissime, e il corteggiamento da provolone delle giovani animatrici, le quali, però, a differenza dei camerieri consenzienti, non sono consenzienti per niente e gli daranno molto filo da torcere. Infatti, in genere, quest’ultima sfida per il maschio si conclude sempre in perdita. Per fortuna rimane la certezza della propria femmina, che volente o nolente, sempre da lui deve tornare.
Buone vacanze.








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