Eccomi nuovamente qui, dopo l'estate, i bimbi sempre intorno, il marito stranamente pure...ma anche dopo il mare, che rinvigorisce il corpo e rinfranca gli animi, e la montagna che innalza gli orizzonti.
Sono tornata più carica, pronta a raccogliere le sfide che il nuovo anno, scolastico e lavorativo, vorrà lanciarmi. A volte, mi immagino il mese di settembre come un lupo dai denti aguzzi, nascosto dietro ad un cespuglio e pronto a balzarmi addosso.
Non sarà semplice, per me, questo settembre, certamente lo ricorderò per tutta la vita, per una serie di motivi, e sento già l'aria di un autunno che si avvicina e si appresta ad esser molto caldo.
In questi giorni, mi è capitato di definire una persona come "piccola", nè per la statura né per l'età, bensì nel senso di "meschina".
Questa mattina ho avuto una folgorazione, mentre ero ferma al semaforo e pregavo che diventasse rosso per l'autobus che dovevo prendere.
Il fòlgore che mi ha colpito il cervello mi ha fatto fare una riflessione importante: mi sono chiesta come mai si definisca "piccola" una persona meschina.
Se penso al piccolo, non posso che fare pensieri teneri: piccoli sono i cuccioli, i bambini, i fiorellini, le manine, i giocattolini, insomma tutta una serie di cose o persone dotate di suffissi che ne inteneriscono il nome di origine.
Ecco, sì, per me piccolo è sinonimo di tenero, il più delle volte. O, banalmente, di ridotto nelle misure, e proprio per questo più tenero del corrispettivo più grande.
Una persona piccola per me è un bambino, e i bambini sono grandi dentro, poichè non hanno i limiti che abbiamo noi, quelli dettati dalla consapevolezza di troppe cose, dalla responsabilità che ci dobbiamo accollare, dall'insoddisfazione personale, dalle malelingue, dal nervoso il lunedì mattina e l'ansia la domenica sera, dai soldi che non bastano mai, dal cosa cucino anche se ho il frigo pieno,...
Perciò, faccio una proposta: cambiamo definizione e se vogliamo dare del meschino a qualcuno diciamogli che è una persona "adulta".
Non "vecchia", perchè gli anziani sanno tornare davvero bambini.
"Sei davvero una persona adulta" per me racchiude tutto il disprezzo per una condizione di limitatezza mentale e, soprattutto, sentimentale.
Quando sono salita sull'autobus, che per fortuna aveva beccato il rosso, ho pensato che andare a piedi fa bene anche al cervello.