tag:blogger.com,1999:blog-80958732512083692362024-03-13T11:52:12.841-07:00Daniela Spagnolo, MAMMA OKKEIBlog personale daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.comBlogger120125tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-83684448594489964572024-01-28T11:05:00.000-08:002024-01-28T11:10:17.633-08:00Che cos’è la MEMORIA?<p> </p><p class="MsoNormal">Che cos’è la MEMORIA?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Se ne cerco la definizione, ecco cosa trovo:<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><i>Memoria è la funzione psichica di riprodurre nella mente
l’esperienza passata, di riconoscerla come tale e di localizzarla nello spazio
e nel tempo</i>; oppure ancora <i>Apprendimento e ripetizione fedele, non
necessariamente legati ad una completa o corretta comprensione <o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal">A leggere queste due definizioni, si direbbe che la memoria
sia cosa solo ed esclusivamente mentale; un affare legato alle sole capacità –
o incapacità – della mente, che dunque la mette in pratica attraverso il <i>Ricordo</i>,
ossia <i>l’impronta di una vicenda singola o di un’esperienza più complessa</i>.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ne la “Recherche du Temp Perdu” Proust veicola anche ai non
addetti ai lavori il concetto di <i>Memoria Involontaria, </i>che<i> si
manifesta grazie ad indizi presenti nel quotidiano e che risulta più legata al
vissuto personale</i>.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Altra <i>Memoria </i>è quella<i> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Selettiva, per la quale la nostra mente
seleziona solo quello che vogliamo ricordare.<o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal">E poi ancora la <i>Memoria Storica</i>, che <i>unisce,
celebra, solidarizza</i>, attorno ad una memoria comune di gloriose gesta e di
riconosciuti meriti. In questi casi, infatti, essa crea una compatta base
storica che serve da piattaforma sulla quale il popolo potrà trovare le proprie
radici, affondate nella tradizione e nelle storie tramandate.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><b>Ma perché è importante la Memoria… o meglio: e’
importante la Memoria? E quale?<o:p></o:p></b></p>
<p class="MsoNormal"><b>In una società dell’effimero e del bello precario e
passeggero, che esalta unicamente il positivo, purchè individualmente utile,
che posto potrebbe trovare la Memoria?<o:p></o:p></b></p>
<p class="MsoNormal">Essa è<b> economicamente irrilevante; positivamente inutile;
socialmente assente; individualmente segreta.<o:p></o:p></b></p>
<p class="MsoNormal">Sta proprio in queste quattro caratteristiche l’importanza
della Memoria, in un frangente storico come il nostro.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Oggi è tutto affidate all’etere, persino i sentimenti e le
emozioni. Questa pratica è talmente diffusa, che riusciamo a sapere in tempo
reale se dall’altra parte del mondo stiano mangiando un hamburger e come, ma
rischiamo di non ricordarci se la sera prima nel nostro stomaco ci fossero le
farfalle.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Bisognerebbe fermarsi un momento davanti ad una foto, o ad
una pagina di diario. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Entrarci dentro, immergerci in quello che l’autore o l’autrice
ha affidato all’immagine o allo scritto, e fare una cosa che non siamo più
tanto abituati a fare: SENTIRE.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Con il cuore, con la pancia. EMPATIZZARE<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">È un esercizio difficile e lo diventa ancora di più se o si
fa attraverso il tempo. In questo caso, ci vuole Memoria.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Sicuramente non quella selettiva e nemmeno quella
involontaria.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Bensì <b>Memoria scomoda, cruda, oggettiva e, soprattutto,
comune</b>.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Quella memoria che permette di conoscere i fatti per come
sono stati e combatte il rischio che l’oblio porta implicitamente in sé: la
negazione.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">L’importanza di avere memoria si manifesta proprio quando
essa risulta essere ben cementificata nelle genti, che diventano così sicure di
essa tanto da darla per scontata: è proprio allora, momento che generalmente
coincide con il ricambio generazionale, che diventa indispensabile rinfrescarla
e ristabilirla, renderla nuovamente viva, perché vada ad instaurarsi nelle
menti più giovani ed esse la facciano propria.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ben vengano, dunque, tutte le giornate commemorative, perché
con la forza delle immagini e dei documenti siano testimoni di un passato che
non vogliamo, ma anche formino la coscienza comune delle nuove generazioni. <b>E’
questa l’importanza della Memoria.<o:p></o:p></b></p>
<p class="MsoNormal">Per lo meno finché non arrivi a diventare pura e semplice
celebrazione fine a sé stessa. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">In quel caso, pur mantenendo Memoria, avremmo perso il senso
della stessa.<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsRVj4yTCSRXLbRFNjej695EUBrFdY7vf0R2UeE0pONzYb1SLiiqo328iQdPipl8TYQHtnUvmtfHHSGe_2JWFYI1J1FOm_5SycXBxek9lAMkRCfiJYyhpC28rLhANjdgQ98tXW4tIrBZPKPYIVz2HeTa36AoW0vQZ-fbXfhlAYhzkNccd_HXK-SEfV0ys/s474/giorno%20della%20memoria.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="266" data-original-width="474" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsRVj4yTCSRXLbRFNjej695EUBrFdY7vf0R2UeE0pONzYb1SLiiqo328iQdPipl8TYQHtnUvmtfHHSGe_2JWFYI1J1FOm_5SycXBxek9lAMkRCfiJYyhpC28rLhANjdgQ98tXW4tIrBZPKPYIVz2HeTa36AoW0vQZ-fbXfhlAYhzkNccd_HXK-SEfV0ys/s320/giorno%20della%20memoria.jpg" width="320" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-71731428087265529492023-12-12T14:03:00.000-08:002023-12-12T14:03:27.223-08:00LA PREFEZ... LA PEFREZ... LA PERFEZIONE<p>Ho dovuto fare i conti con una realtà, la mia: io non sono
perfetta.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><i>Bella scoperta</i> direte voi!<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ecco, anche questo mio preoccuparmi del “<i>direte voi</i>”, è
sintomo di una ricerca di perfezione che non mi riesce. Perché, in fondo, non
mi appartiene.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ma dove sta la <i>Perfezione</i>?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Nelle case ordinate? <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Nelle cose dette puntuali e precise? <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Negli abbinamenti azzeccati? <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Nelle aspettative soddisfatte?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">...<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Sta davvero in tutto questo, o forse dovremmo per meglio
dire <i>dietro</i> tutto questo? <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Proviamo a sporgerci, a guardare in questo dietro. Dietro le
case ordinate, dietro le cose dette puntuali e precise, dietro gli abbinamenti
azzeccati e dietro le aspettative soddisfatte. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Che cosa c’è?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Io ci vedo <i>Paura</i>.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ma di che cosa? <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Di qualcosa che sta di fronte a quello che abbiamo elencato
prima e che credevamo l’essenza della perfezione: il <i>Giudizio</i>. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Il Giudizio di chi ci guarda dal di fronte, senza
preoccuparsi di fare questo piccolo giro, questo piccolo approfondimento che abbiamo
appena fatto noi; che ci guarda come se fossimo una figura in due dimensioni, ignorando
completamente profondità e volume di cui siamo fatti.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">E di che cosa saranno mai composti, questa profondità e
questo volume?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">I miei, ad esempio, sono fatti di: speranze, ambizioni, sogni,
affetto, amore, lacrime, fatica, pazienza, rabbia, dolore, angoscia, ansia,
entusiasmo, rassegnazione, pace, stanchezza, quiete,… <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Troppo per essere limitato ad un solo piano di sviluppo.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Perfezione e Giudizio legati da un filo invisibile, capace
di legare le nostre profondità.<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrjR_L0z5Zlx8m_VLnoRtkkbVinx49Z9SnHbsvQCWOojs_KQgeAhUGCsFiNDCu0I63NYbny5umoLeElL-mfsjLsaYzTU93hJrJpg1QIIHlJV2BcHyxv9qlyQ3AQBJts12HVxehRpOM2xGj-QqK3CoB47JOR3At3GWeCTji-yOfQPIgpm5FPOrVhnUc4t4/s4000/CIABATTE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="2992" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrjR_L0z5Zlx8m_VLnoRtkkbVinx49Z9SnHbsvQCWOojs_KQgeAhUGCsFiNDCu0I63NYbny5umoLeElL-mfsjLsaYzTU93hJrJpg1QIIHlJV2BcHyxv9qlyQ3AQBJts12HVxehRpOM2xGj-QqK3CoB47JOR3At3GWeCTji-yOfQPIgpm5FPOrVhnUc4t4/s320/CIABATTE.jpg" width="239" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-72553712552242758822023-11-19T10:47:00.000-08:002023-11-19T10:48:17.281-08:00Siamo tutte Giulia e Giulia e la figlia di tutte<p>Una nuova ennesima tragedia e mi chiedo: cosa posso fare io,
che sto a 400 chilometri di distanza?</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ecco, la distanza. Certe cose capitano agli altri, alle
figlie degli altri e, soprattutto, ai figli degli altri. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ai miei figli non capiterà mai, di essere carnefici. Perché io
sono una madre perfetta; perché la mia è una famiglia perfetta. Messa la
domenica, natale, pasqua; vacanze al mare d’estate, in montagna d’inverno; scuole
regolari; lavori più che dignitosi; casa pulita, in ordine e piena di cose
inutili ma utili.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">No, in tutto questo il seme del male non troverà mai terreno
fertile per germogliare.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">E se invece fosse proprio tutta la perfezione che ostentiamo
ad essere il nutrimento di questo male che ancora riesce a stupirci?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Che poi, questo male, detto così, ha qualcosa di etereo,
intangibile. Invece il male ha nomi ben definiti: Odio, Rabbia, Rancore,
Frustrazione.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ecco, lo stupore. Se ancora, dopo i più di 100 femminicidi
che sono stati commessi da inizio 2023 riusciamo a stupirci dell’ennesima
efferata violenza, allora forse qualcosa ce la stiamo perdendo. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ma cosa?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ci stiamo perdendo i piccoli gesti quotidiani che sono gli
embrioni delle violenze di domani.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Il soprassedere di fronte al più celebre dei commenti sessisti,
<i>non fare la femminuccia</i>, solo perché pronunciato tra le sacre mura
domestiche.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">L’ignorare volutamente i pesi che gravano <i>nel</i> capo di
una donna nell’ambito della gestione della famiglia.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Nutrire, ancora nel 2023, una maggiore considerazione per il
figlio maschio rispetto alla figlia femmina.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Azioni comuni, considerate come innocenti perché prive di
conseguenze immediatamente eclatanti.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Eppure, eccole qui, proprio qui le culle per quei maledetti
semi del male.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Il soprassedere e l’ignorare sono cibo per ego smisurati, che
vivono nella convinzione che le proprie azioni e le proprie parole non possano
avere conseguenze su chi le subisce o chi le ascolta. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Da madre di soli figli maschi, credo che non sia più
soltanto il caso di esortare le vostre figlie ad alzare la testa, ma anzi sono
convinta che sia il tempo di farla abbassare ai nostri figli: decisamente cresciuti
con messaggi di superiorità sessuale continuamente trasmessi, anche in maniera implicita,
da più canali di comunicazione, anche e soprattutto da certa musica distante
anni luce da noi genitori.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Da madre di soli figli maschi, spesso mi sento dire che sono
in minoranza in casa mia. Ma, signori, non si tratta di una gara e smettiamola
dunque di pensarla come tale: smettiamola di interpretare i rapporti come delle
continue competizioni, che inevitabilmente prevederanno un vincitore e un
vinto.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Da madre di soli figli maschi, questa sera accenderò un
lumino per Giulia e per tutte le altre donne, prima di lei, vittime. Ma non lo
accenderò io: lo farò accendere ai “miei” maschi di casa.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Invito tutte, Voi madri degli uomini di domani, a farlo insieme:
sarà un modo per riflettere sulle nostre mancanze e provare a pensare come
possiamo migliorare il nostro quotidiano, soprattutto per azzerare le possibili
culle di semi di Odio, Rabbia, Rancore, Frustrazione. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">E poi, parliamo con i nostri piccoli uomini, ascoltiamoli e correggiamoli;
non giriamoci davanti alle loro imperfezioni; soprattutto, non mascheriamole
con frasi del tipo <i>“è una ragazzata</i>” poiché le “ragazzate” sono veri e
propri embrioni di violenza. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLD-cN10Eow8FKTy7jtbA_pItKuqhcHY2BH26UMiiK2kLgpyi0wgoSE_ufsWccAQ-hdSRSCSPYmGk8NwpGol3uK-iLf2Tn_A8c9-wh9ximGCIzx0iQROaR7nbAFB0txrSvB26C54btVJhEkAFSspvYrBqdAheZkNNEKlRDDHamdAEGb20q2IS-WFHC95M/s1600/lumino.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1196" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLD-cN10Eow8FKTy7jtbA_pItKuqhcHY2BH26UMiiK2kLgpyi0wgoSE_ufsWccAQ-hdSRSCSPYmGk8NwpGol3uK-iLf2Tn_A8c9-wh9ximGCIzx0iQROaR7nbAFB0txrSvB26C54btVJhEkAFSspvYrBqdAheZkNNEKlRDDHamdAEGb20q2IS-WFHC95M/s320/lumino.jpeg" width="239" /></a></div><br /><p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-22756487202756856132023-10-13T10:57:00.002-07:002023-10-13T10:57:40.408-07:00BASTERA' UNA MENTE SOLA?<p>Devo assolutamente mettere ordine nei pensieri.</p><p>Abbottonarli, stirarli, piegarli.</p><p>Li sento, a volte, che sono tutti stropicciati.</p><p>Ho sonno. </p><p>Ho fame.</p><p>Sono stanca.</p><p>I pensieri si accumulano, non se ne vanno.</p><p>Ma... mi basterà una mente sola?</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBkB9A3cWNc5ai96leZxNG46UBfbMaAxehiLTZNRVizCoMLvSDsJef7OPCMm5eLFLvG_F64bXT6PnK5-jP4DKKbtnfRWSdZwNYdQOZGNKTFLeaS0lUPG1dwm0I7nMTGH_qB7enjqGJ-ICDOPR_wyxHoEuFszjdaRohj4xckUCBc5zsJWWX8xTYHVfjTkQ/s303/brain.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="280" data-original-width="303" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBkB9A3cWNc5ai96leZxNG46UBfbMaAxehiLTZNRVizCoMLvSDsJef7OPCMm5eLFLvG_F64bXT6PnK5-jP4DKKbtnfRWSdZwNYdQOZGNKTFLeaS0lUPG1dwm0I7nMTGH_qB7enjqGJ-ICDOPR_wyxHoEuFszjdaRohj4xckUCBc5zsJWWX8xTYHVfjTkQ/s1600/brain.webp" width="303" /></a></div><br /><p><br /></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-45397250696731966022023-06-25T14:23:00.001-07:002023-06-25T14:23:20.826-07:00Paura di essere felice?<p>Sono al parco.</p><p>Sono seduta su una coperta.</p><p>Sono al parco, seduta su una coperta stesa sull'erba.</p><p>Il rumore della citta' e' rimasto fuori dal cancello.</p><p>Si sente solo il ronzio mite degli aeroplani da turismo.</p><p>Guardo davanti a me; sento girarmi la testa.</p><p>Il respiro mi si fa corto, non riesco a riempire i polmoni.</p><p>La vista mi si annebbia.</p><p>Sono sola con mio figlio piu' piccolo: e'qui accanto a me che dipinge.</p><p>Non ho fretta, non ho impegni.</p><p>Metto della musica con il cellulare.</p><p>Chiudo gli occhi. Li riapro.</p><p>Capisco che sono felice e in pace.</p><p>Non conoscevo questo equilibrio, che mi ha confusa.</p><p>Ho forse paura di essere felice?</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLZOhUGjM17YhOlQzSgy2WAKYWbNYX0L5VRiWB_Fwfh9EZMML4pFYjc_zVxRZrYjRiBYaRFCdYk-PPZXRvXQjSEUDazuEtTQ_cqTS8XAxA7L_43mNlIYG43b8MpD9wp5sy22cDV5sg4q-2pp4-kB9A3Fw1zI_2I9RnjmlO3v1H7-LrvWj4wTWxtaOmBLU/s1600/d8e49d2a-9567-4773-811a-99a7e6d99089.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1196" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLZOhUGjM17YhOlQzSgy2WAKYWbNYX0L5VRiWB_Fwfh9EZMML4pFYjc_zVxRZrYjRiBYaRFCdYk-PPZXRvXQjSEUDazuEtTQ_cqTS8XAxA7L_43mNlIYG43b8MpD9wp5sy22cDV5sg4q-2pp4-kB9A3Fw1zI_2I9RnjmlO3v1H7-LrvWj4wTWxtaOmBLU/s320/d8e49d2a-9567-4773-811a-99a7e6d99089.jpeg" width="239" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-70382354007294443692023-06-13T14:56:00.000-07:002023-06-13T14:56:00.050-07:00NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI<p>Notte prima degli esami. Ma quand’è che sei cresciuto così,
figlio mio?</p><p>Mio. Ancora mio?</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ormai devo aggiungere un avverbio davanti all’aggettivo e,
soprattutto, un punto interrogativo subito dopo.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ricordo bene quella tua manina alzata verso di me, e la pelle
morbida, quando toccava la mia e si faceva racchiudere. Ricordo bene il tuo
sguardo acceso, il tuo sorriso furbetto.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ahimè, adesso li hai messi via: per un po’ hai deciso di privarne
il mondo, per lo meno quello che conosco io. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Si chiama adolescenza, baby. Eh sì: me o ripeto spesso, praticamente
tutti i giorni. Ma, come <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>si dice: non c’è
peggior sordo di chi non vuol sentire, anche se si tratta di parole proprie!<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">E allora me lo ripeto: quand’è che sei cresciuto così,
figlio mio?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Forse, quello che veramente voglio chiedermi è solamente
quando e come e perché è volato così veloce il tempo. E dove<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>finito.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Nei tuoi capelli ricci, nelle tue gambe lunghe, nelle tua
mani grandi?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">O, più semplicemente, nei miei capelli grigi?<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal">E basta, allora, con gli "<i>Io ho fatto così"</i>! </p>
<p class="MsoNormal">Notte prima degli esami. </p><p class="MsoNormal">E devo ricordarmi che non sono i
miei. </p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTB_F-ScbW3fhZhuv-cDz3AgHZ0DPYEGsmzSAisMYkJYLvRGDH6GPoTW8ZFdMPVSjzyCPSPSsdaUKmhFWZXEIp493rom5tK1s8NccHvHh91Loh2___s0zwNtS-v_dd8NRtmZEIaZAYDkckt6whvUOxtIbkQNysoP7OZa-ZfhU5RV_f53rJijZk9GFa/s304/esami.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="166" data-original-width="304" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTB_F-ScbW3fhZhuv-cDz3AgHZ0DPYEGsmzSAisMYkJYLvRGDH6GPoTW8ZFdMPVSjzyCPSPSsdaUKmhFWZXEIp493rom5tK1s8NccHvHh91Loh2___s0zwNtS-v_dd8NRtmZEIaZAYDkckt6whvUOxtIbkQNysoP7OZa-ZfhU5RV_f53rJijZk9GFa/s1600/esami.jpeg" width="304" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-56180539751586428632023-06-13T14:28:00.001-07:002023-06-13T14:28:54.282-07:00AMORISMO o EGORE?<p>Quanta fatica facciamo a viaggiare in acque torbide?</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Quanta pena proviamo a sputare parole dure?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Quanto dolore, anche fisico, ci comporta la violenza
verbale? <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Il sentimento più profondo dell’animo umano non è l’amore: è
l’<i>Egoismo</i>.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">È profondo per la sua capacità di risucchiare in un vortice abissale
e nero ogni altra sensazione.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Profondo per la sua forza, che riesce ad annientare anche le
più nobili intenzioni: sembra, così, essere in grado d vincere su ogni altri prodotto
di mente e cuore.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Solo le parole ipocrite riescono a nasconderlo, ma si tratta
di un nascondiglio temporaneo e precario.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ma… E come si fa, con l’Amore, allora?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Non lasciamoci trarre in inganno: anche l’Amore ha le sue
forme oscure.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Udite, udite, anche l’Amore può essere un nascondiglio per
l’Egoismo, ma in questo caso forse meno precario, meno vulnerabile; più
resistente, più ingannevole.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Si profuma di pensieri dedicati e parole mielose; si veste
di buone intenzioni e di complimenti.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Si addobba come i santi nelle feste di paese e va a fare
miracoli in cambio di adulazioni.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Come si chiama questo mostro? Amorismo? O Egore?<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNpFhIjo9Ca86HGZ91J2bT6DXJAURRj1BZrh5G4n6PZHq3NpjhC3ej5TvKGBoUczSG4Bre2PD4Lb33rvaCjurM4-0ZvEfs6X9BFkqb11O_B6Qp4rX7d5fwUak_-2xREigQwNGvVZZii1Zsf4np99W3xb2LpiIuMnXN9hO9-A21pCCV9IBQDWCD2cBL/s900/AMORE%20ODIO.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="900" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNpFhIjo9Ca86HGZ91J2bT6DXJAURRj1BZrh5G4n6PZHq3NpjhC3ej5TvKGBoUczSG4Bre2PD4Lb33rvaCjurM4-0ZvEfs6X9BFkqb11O_B6Qp4rX7d5fwUak_-2xREigQwNGvVZZii1Zsf4np99W3xb2LpiIuMnXN9hO9-A21pCCV9IBQDWCD2cBL/s320/AMORE%20ODIO.webp" width="320" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-34252131374098643622023-05-12T13:44:00.002-07:002023-05-12T13:44:55.427-07:00LE MAMME SPECIALI<p>Le mamme speciali hanno occhi speciali: sanno vedere oltre.
Oltre i limiti, oltre le cicatrici. Anche oltre le illusioni: e per questo a
volte preferiscono tenere gli occhi chiusi.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Le mamme speciali hanno mani speciali: sono fatte per
accogliere. Le loro mani, assieme alle loro braccia, diventano rifugio, culla, casa,
famiglia, corazza. E poi: con quelle braccia, ogni giorno, sopportano il peso
della difficoltà e dell’indifferenza.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Le mamme speciali hanno orecchie speciali: sentono parole
anche quando non ci sono. Anche quando parole non sono. Sentono desideri che
non si riescono a nominare. Sentono voci che non parlano. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">E poi, sentono violenza e derisione anche quando non si
vedono chiaramente; anche quando sono sussurrate malignamente.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Le mamme speciali hanno bocche speciali: dispensano amore sulla
pelle e sul cuore.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Le mamme speciali hanno lacrime speciali: sono lacrime che
curano e consolano. Sono lacrime che non finiscono mai.<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ67ePfSmD8wBR9eyIhi0QSaqTVq0xoGnAlo817N2q0iKJBQAQluJLYgg35CfRo15StIXUm2uMIh3u4lzmsE6ppKFT2cWM1YftJ3fyA7LfszouO1jDoi5uvnGGscfqhsQ0dbyhNP49s4105kD6dA-FI8SA0HLUuvDp8MCBW-H_SdzEWD9xXNtbP6eM/s800/descrizione-mamma.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="458" data-original-width="800" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ67ePfSmD8wBR9eyIhi0QSaqTVq0xoGnAlo817N2q0iKJBQAQluJLYgg35CfRo15StIXUm2uMIh3u4lzmsE6ppKFT2cWM1YftJ3fyA7LfszouO1jDoi5uvnGGscfqhsQ0dbyhNP49s4105kD6dA-FI8SA0HLUuvDp8MCBW-H_SdzEWD9xXNtbP6eM/s320/descrizione-mamma.jpg" width="320" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal">Le mamme speciali sono le mamme di bambini speciali.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal">Le mamme speciali sono particolarmente gelose dei loro
bambini: loro sanno che tesori nascondono e non permetteranno mai che essi
vengano trafugati o, peggio, sottovalutati.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-65133077051725845022023-04-11T12:42:00.001-07:002023-04-11T12:42:33.514-07:00Vita<p>Davvero voglio continuare così?</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Davvero voglio che la mia vita prosegua su questa strada?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Questo mi sono chiesta, un pomeriggio, uno dei peggiori.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Dopo l’operazione credevo di essere diventata invincibile:
nulla mi spaventava più, avevo fatto l’upgrade nell’olimpo degli immortali.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Che stolta, che ero stata! Che ingenua!<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Quel pomeriggio era fatto delle ore che precedevano i primi controlli dopo l’operazione di estirpazione
del tumore.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Avevo sentito parlare della <i>paura del tumore</i>, ma non
avevo capito che cosa fosse in realtà.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ecco che quel pomeriggio lo capivo bene, sotto tutti i sensi.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><i>Vista:</i> mi vedevo catapultata nella stessa situazione
di esattamente un anno prima. Attorno a me non c’era la mia realtà, ma una
realtà parallela.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><i>Gusto:</i> in bocca sentivo il gusto del sangue, il gusto
amaro della paura, il gusto del dolore, persino il gusto che mi aveva lasciato
l’anestesia.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><i>Tatto</i>: qualsiasi parte toccassi di me, la sentivo
ostile.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><i>Olfatto</i>: la paura ha un odore ed io sto imparando a
riconoscerlo. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><i>Udito</i>: qualsiasi parola mi venisse rivolta, la interpretavo
e la sentivo come pietosa e compassionevole, con l’intento di nascondere una
realtà dolorosa.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Questa ero io: ero regredita allo stato embrionale della
disperazione e mi alimentavo di pensieri catastrofici.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Era stato a quel punto che mi ero chiesta:<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Davvero voglio continuare così?”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Davvero voglio che la mia vita prosegua su questa strada?”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Era il mio punto di non ritorno.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Davvero avevo fatto tanta strada attraverso le mie angosce, per
poi finire per accoglierle nuovamente dentro di me e lascarle governarmi?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Attorno a me la vita continua.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiILsr_Bk80GUWl5j8_urIN-wgF6f2qdKf3GCStvDRdVC55L0eiEtEm7GcRENJ8Hxp_CnEwnLHa3Hm6u4C0fkbioNX9cyyVsLXQHwYmcwlE4EJZtmq0i-3F1tu6-OfJwyJ-YV3PCZ_Dr9Xmn4YbP0livpWmcjBPGSKUsa1FhFWlm6Pomss4nR1vo40R/s1277/la%20vita.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="925" data-original-width="1277" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiILsr_Bk80GUWl5j8_urIN-wgF6f2qdKf3GCStvDRdVC55L0eiEtEm7GcRENJ8Hxp_CnEwnLHa3Hm6u4C0fkbioNX9cyyVsLXQHwYmcwlE4EJZtmq0i-3F1tu6-OfJwyJ-YV3PCZ_Dr9Xmn4YbP0livpWmcjBPGSKUsa1FhFWlm6Pomss4nR1vo40R/s320/la%20vita.jpg" width="320" /></a></div><br /><o:p><br /></o:p><p></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-52711923704398085352023-03-01T14:37:00.001-08:002023-03-01T14:37:26.331-08:00ANESTETICO<p> “Qual è il tuo anestetico preferito?”</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Come dici, scusa?”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Come preferisci addormentare il cervello?”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Scusa, avevo capito <i>anestetico…”<o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal"><i>“</i>Sì, infatti…ma non importa. E dunque?”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Ma allora… guardo la vita degli Altri”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“E ti piace?”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“No. Mi fa sentire una merda”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“In che senso, scusa?”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Nel senso che vedo che gli Altri fanno sempre tutto ciò che
vorrei fare io e che non faccio”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“E sarebbe?”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Bho, adesso non mi viene in mente”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Ah”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“…”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“E perché tu non lo fai?”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Non lo so”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Ah”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“E tu, invece?”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Ah, no. Io lavoro”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Cioè?”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Io non ho tempo per niente, neanche per pensare”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Ah. E quindi non hai un’opinione su nulla!”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Al contrario: io ho sempre la verità in tasca”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Perché?”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Perché io lavoro. So tutto. Non perdo energia in stupidi
passatempi; non perdo tempo ad ascoltare quello che ha da dire la gente. Mi
bastano le mie idee, che sono corrette, esatte, perfette”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Ah, ecco…”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“…”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“Ma, hai sentito di quella tragedia che…”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">“No, non mi interessa. Devo lavorare”<o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCGnCVFWtZVWrnM1HqysAHIRUBgylRcphYieP0a-O4kuo3VLxJS9lKS5z9g8qX5_oPKPa-063_4R9WFEwR3NgYL9PfclDHVbFMgrBo5lKJTPqd900HeoZofXIzMLtfIK6AdgxRLBy5kHFRqV9c1wCvvgP3WRKCNX_HTbFvPhtBuM4YU97nsVJJ9hPL/s300/ANESTESTIAs.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCGnCVFWtZVWrnM1HqysAHIRUBgylRcphYieP0a-O4kuo3VLxJS9lKS5z9g8qX5_oPKPa-063_4R9WFEwR3NgYL9PfclDHVbFMgrBo5lKJTPqd900HeoZofXIzMLtfIK6AdgxRLBy5kHFRqV9c1wCvvgP3WRKCNX_HTbFvPhtBuM4YU97nsVJJ9hPL/s1600/ANESTESTIAs.jpeg" width="300" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-27819354063414518002023-01-16T03:14:00.001-08:002023-01-16T03:14:39.463-08:00Una mela sarà sempre una mela...?<p>Una mela sarà sempre una mela; lo stesso sarà una pera, una
banana, un caco, un chicco d’uva, e così via.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Tutte, nella loro diversità, compongono un mondo che diventa,
così, variegato. Se voglio dolcezza, sceglierò magari una fragola, piuttosto
che un’arancia, che invece andrà benissimo per una sferzata di energia o una
pausa vitaminica.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Possiamo scegliere, e nessuna di loro si lamenterà.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ma il vero punto di partenza di questa riflessione un po’
allucinata è un altro.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Durante le vacanze di Natale ho acquistato un cedro. Era gigante
e l’ho comprato per dare colore alla tavola.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">In effetti, data anche la sua mole davvero notevole, si è
fatto notare e lo ha fatto con eleganza.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">La sua buccia, gialla fluo, risaltava sui colori natalizi e
dava un sentimento di esotico accanto alla frutta secca.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Tutti lo guardavamo, però nessuno osava toccarlo: era il re
e là doveva stare indisturbato.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Finite le feste, mi sono decisa ad andare oltre il senso visivo.
Mi sono detta: tanto splendore, avrà certamente un segreto di gusto e sapore inimitabili.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ho affondato il coltello in quella buccia che mi aveva incantata
sin da quando l’avevo “incontrato” per prima volta sul banco della frutta.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Sorpresa: non finivo più di affondare! Ho scoperto che la
scorza era molto alta. La parte dentro era di un bianco luminoso almeno come il
giallo esterno e, soprattutto, sprigionava un profumo inebriante. Si era
attivato un senso che, in amore, si dice che vada a braccetto con la vista: l’olfatto.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Normalmente attivato da ormoni che vanno a colpire certi
ricettori nascosti e sconosciuti a noi stessi che li ospitiamo, i profumi e gli
odori sono in grado di amplificare il sentire e anche di sbloccare i ricordi.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Man mano che procedevo con lo sradicamento della scorza, il
profumo aumentava ed era avvolgente; inoltre, come un tesoro, pian piano
appariva il frutto interno, celato e custodito come una perla rara e preziosa.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Sentii l’urgenza di liberarlo da quella specie di prigione. Pensai:
se i presupposti sono questi, gli spicchi saranno qualcosa di paradisiaco per
le mie papille gustative.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ripulito il nucleo di quella che immaginavo essere una bomba
di piacere, non me la sentii di gettare via la scorza: la riposi in un piatto,
era troppo bella e profumata per essere buttata via. Meglio attendere.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Mi rivolsi, ora, al frutto: risultava pallido, tirato, in
alcuni punti addirittura molto asciutto.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Non era così che me l’ero figurato.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Provai a estrapolare uno spicchio e fu molto difficoltoso. Avevo
immaginato che fosse come un’arancia: naturalmente disposta a lasciarsi
disgregare per farsi meglio assaporare.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Dopo aver immerso totalmente le dita di entrambe le mani in
quella polpa fredda, riuscii, finalmente, nel mio intento. E addentai.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">La lingua si ritirò; i denti si serrarono; le spalle si
alzarono; il collo si incassò; gli occhi si chiusero.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Mi ero lasciata ingannare dai primi due sensi, convinta che
mi avessero già da soli svelato la reale natura di quel frutto.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Non avevo, invece, utilizzato per nulla il cervello.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Fu come mangiare un limone, forse, se possibile, un pochino
più aspro ancora.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Come avevo potuto credere che, un frutto della stessa
famiglia del limone, non fosse così? L’aspetto maestoso mi aveva tratto in
inganno. E lo aveva fatto ancora di più il profumo che quel frutto traditore
sprigionava sia da chiuso che, ancora di più, una volta aperto.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Guardai la buccia. Quella bellezza visiva e olfattiva era
totalmente inutile per la mia lingua: come poteva essere giustificato tanto
spreco?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Un cedro è così perché la sua natura è così: non lo sceglie.
E non potrà mai esserci un cedro dolce. Se ci fosse, sarebbe il risultato di un
maneggiamento della sua natura più interna, quasi della sua anima, se ne avesse
una.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Sta proprio qui io punto: è l’anima che fa la differenza? Io
credo di sì.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">L’anima del cedro era ben celata da una scocca che ben si
integrava nelle aspettative.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Normalmente, noi scegliamo la nostra scocca sulla base di
queste convenzioni. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">E, sempre normalmente, ci facciamo anche ingannare dalle
altre scocche.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">La differenza è che, se una mela sarà sempre una mela, e
così sarà una pera, una banana, un caco, un chicco d’uva, fino al nostro cedro,
noi invece possiamo scegliere: scocca o nucleo? Esteriorità o interiorità?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ma addirittura, la magia sta in qualcosa di ancora più
profondo: possiamo addirittura riuscire a rompere tutti i canoni, a mischiare i
colori, a sfondare tutti i cliché: possiamo addirittura avere del belo tanto
nell’interiore quanto nell’esteriore! <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ovviamente, ci sarà sempre chi negherà persino l’evidenza.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8jgu7RlzA-YnU5FUYN-Bnb68OCongibd2nS6iZOnUI0PDeiows9Ow4UpEgAmLqBmvG8why22bep4nekdPbQ1YB0cNBibwhnO7QPno967PEpnhpkbY8-04CDjOEwmx6f2a-oR9aiUgHALhowNfhDpF4sqhJnfEJv7T1hz02R8P8SNuLWw9q7kxwsNx/s1987/natura%20morta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1987" data-original-width="1620" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8jgu7RlzA-YnU5FUYN-Bnb68OCongibd2nS6iZOnUI0PDeiows9Ow4UpEgAmLqBmvG8why22bep4nekdPbQ1YB0cNBibwhnO7QPno967PEpnhpkbY8-04CDjOEwmx6f2a-oR9aiUgHALhowNfhDpF4sqhJnfEJv7T1hz02R8P8SNuLWw9q7kxwsNx/s320/natura%20morta.jpg" width="261" /></a></div><br /><p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-25110835013876938742022-11-29T22:15:00.003-08:002022-11-29T22:15:54.493-08:00Il Potere della Scrittura<p>Oggi ho ricevuto un biglietto in buca.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Un bigliettino. Cioè, voglio dire: fantascienza!<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Chi riceve più posta scritta a mano? Io credo nessuno.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Di solito, quando apro la cassetta delle lettere, o la buca
delle lettere (chissà, poi, perché si chiami così! Bho! “Buca”? piuttosto
riduttivo, direi) ciò che mi aspetto di trovare sono, nell’ordine: bollette; bollettini
del condominio; pubblicità delle pompe funebri.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Sì, credo che Torino, se non ricordo male, abbia avuto il
primato per questo genere di pubblicità.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Si può immaginare con quanta trepidazione io possa
avvicinarmi a questo antro che definirei dell’orrore! <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Quando, poi, mi va bene e non trovo nulla da pagare, né nessuna
pubblicità macabra, allora trovo avvisi di mancata consegna di qualche
raccomandata. Il lieto fine, tuttavia, resta zoppo, perché in genere si tratta
di multe.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Io ricordo che da bambina scrivevo lettere a mia nonna
Antonietta.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Mia nonna viveva in meridione, più precisamente in Basilicata,
ancora più precisamente in un paesino in provincia di Potenza, Montemilone.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Mia nonna profumava di paese. Mi voleva un gran bene e anche
io gliene volevo.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Mia mamma, che da mia nonna ha preso la dolcezza, mi diceva
di scriverle queste lettere in occasione del Natale. Io le facevo dei disegni e
poi ricordo nitidamente che mi mettevo il rossetto e stampavo un gran bacio
sopra di esse, al posto della firma.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ero felice! Penso che lo fosse anche la mia nonna, ma non
gliel’ho mai chiesto. O magari me lo ha detto, ma io non lo ricordo, ora.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ecco, secondo me, scrivere una lettera non è soltanto
mettere dell’inchiostro su un foglio.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Scrivere una lettera comincia proprio <i>dal </i>foglio.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Devi sceglierlo con cura, pensando al destinatario. Ricordo che,
sempre da bambina, nella cartoleria dove andavo a rifornirmi di cancelleria per
la scuola elementare, avevano un grande assortimento di carta da lettere: a
fiori, a tinta unita, profumata, con o senza i margini, con le righe, con i
quadretti… era arduo scegliere!<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Una volta che hai scelto la carta, dovrai scegliere l’inchiostro.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Anche qui, puoi spaziare: nero o blu, per i messaggi formali:
e questa è facile!<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Colorato per gli amicali, ma anche nel colore dovrai
scegliere oculatamente: rosa se vuoi essere delicato, verde se vuoi essere
leggero, arancio se vuoi essere simpatico, e via così. A libera interpretazione.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Infine, c’è la grafia. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Sulla grafia si potrebbe scrivere un tema, poiché ognuno ha
la propria, ed essa cela mille aspetti della psicologia di ognuno di noi. Io non
sono preparata, quindi finirei per scrivere ovvietà e banalità. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Certo è che, nell’atto di scrivere un messaggio a mano, mi
concentro di più, al fine di rendere il tratto più gradevole alla vista e fare
in modo che anche la grafia diventi parte della sceno-grafia e colpisca in
maniera favorevole l’occhio del destinatario, affascinandolo e attraendolo.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ecco, dunque, che il fatto di trovarmi nella cassetta delle
lettere un reperto storico come un esemplare di biglietto scritto a mano, mi ha
catapultato indietro nel tempo. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Così è stato, in effetti, ma non nel modo che speravo.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">La verità è che sapevo bene di cosa si trattasse, ma non
volevo pensarci.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Era già stato abbastanza doloroso e sapevo che anche quel
biglietto avrebbe risvegliato quel dolore.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Il dolore di una parte di vita che non c’è più. Tuttavia,
pur sapendolo, è stato comunque uno schiaffo.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ho ritrovato la scrittura di una carissima Amica; una
scrittura che campeggiava tutti i giorni sul mio diario di ragazza; una
scrittura che conosco e alla quale voglio bene.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Questa volta, non scriveva di concerti o di gruppi musicali;
non scriveva di professori o di compagne.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Mi ringraziava per essere stata partecipe al suo grande
dolore.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Mi chiedo: perché? <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Perché abbiamo sdoganato i messaggi virtuali per qualunque
tipologia di comunicazione, ma manteniamo quelli scritti per comunicare il
dolore?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Perché lasciamo solo ad esso il privilegio di restare nella
scrittura a mano?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Perché non riusciamo a mantenere questa buona abitudine di
trasferire il nostro affetto con una penna in mano, invece che affidarlo all’etere?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Riflettiamo: quanto ci resterebbe incollato di più addosso
il buon umore, se esso fosse scritto a penna?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Quanto, invece, viene amplificato il dolore?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ma la risposta è una, chiara, precisa, sicura: il motivo è
il <i>Rispetto</i>.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Il rispetto della forma, che ancora esiste per poche e
selezionate occasioni.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">E allora mi dico: <i>per fortuna</i>!<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Per fortuna ancora si scrive a mano il dolore: almeno non
resta inutile, sprecato.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">E, finisco, domandandomi: se con questo biglietto io ho
potuto sentire quasi sulla mia pelle il dolore della mia cara Amica; se la
scrittura ha, dunque, questo potere con il dolore, quanto ne avrebbe con la
felicità o l’amore?<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnyvZqB6Z0KYsNdNyLwzIW-vZwM2bFtNQDRzY07g7EqS9BQSVfundfUECm5ASxJJVBdfMDzbkn0xd-b28XwFVafTHyYTLh2kzM5oraTPesE9fMHmZ82T8N8dfxYWfHSz5HKMA_ez0vkKyQYnYkoiobppe5BGclldn4CAxUhUIBtDH0ZtcOze_UG7yG/s2000/biglietto.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="1496" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnyvZqB6Z0KYsNdNyLwzIW-vZwM2bFtNQDRzY07g7EqS9BQSVfundfUECm5ASxJJVBdfMDzbkn0xd-b28XwFVafTHyYTLh2kzM5oraTPesE9fMHmZ82T8N8dfxYWfHSz5HKMA_ez0vkKyQYnYkoiobppe5BGclldn4CAxUhUIBtDH0ZtcOze_UG7yG/w299-h400/biglietto.jpeg" width="299" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-74397748936504864962022-11-09T06:49:00.000-08:002022-11-09T06:49:39.287-08:00TRAPPOLE DI ORGOGLIO<p>Il giudizio è una trappola.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Infatti, proprio come una trappola si nasconde in mezzo ai “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Secondo me</i>”, si mimetizza tra i “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Personalmente, io penso che…</i>”.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Come un animale predatore che si camuffa da preda, il
giudizio è rivestito di buone intenzioni: ne ha almeno tre strati, che lo rendono
praticamente irriconoscibile ad occhio nudo.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Uno per nascondersi alla vista, uno per non farsi
riconoscere a pelle, e, infine, uno per non farsi scoprire dai sentimenti.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Fermo restando che siamo tutti pronti a condannarlo, poi mi
chiedo: quante volte ci siamo resi conto di averne emesso uno o di esser stati
sul punto di farlo?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">A me è capitato. Diverse volte. E sapete come ci si sente,
mentre lo fai? <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ti senti superiore. Ti senti un grande. Ti senti migliore,
anzi <i style="mso-bidi-font-style: normal;">IL </i>migliore.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">È una sensazione che ti gasa.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Poi però il gas passa, evapora e, come una bibita che viene
lasciata aperta fuori frigo, la sensazione che rimane è quella di mancanza di
sapore, di gusto, di tonicità.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Anzi, potrei anche dire che dopo, quasi subito dopo, ci si
sente vuoti, sgonfi, piatti: come un pallone sgonfio, come se quello che hai
appena detto fosse sporco. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ma tu devi reggere quell’odioso Gioco delle Parti e fai
finta di nulla, anzi ti racconti che tu sei nel giusto, il giusto assoluto con
la<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> G</i> maiuscola. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">E poi, ti dimentichi. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Parallelamente, la sensazione di chi riceve il giudizio, di
chi viene in qualche modo marchiato da esso, si manifesta in maniera diametralmente
opposta: le parole arrivano, feriscono la pelle, penetrano la carne, fanno
sanguinare l’anima.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Il problema che è che il diametralmente valido sulla parte
iniziale del processo, non vale anche sulla seconda parte, ossia il dopo: quel
marchio arriva per restare, nel cuore di chi lo riceve, e non può essere lavato
via.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Bene o male, tutti abbiamo vissuto sia una che l’altra
condizione, e allora mi dico che la propensione al giudizio molto probabilmente
è generata dall’avvilimento che il giudizio stesso provoca: nel disperato
tentativo di trovare consolazione alla propria mortificazione, reiteriamo sull’altro
la stessa mortificazione e ne amplifichiamo il raggio d’azione, in una spirale
infinta.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ma, allora, la soluzione quale è? Il sacrificio del
disinnescare, forse. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Sacrificio dell’amor proprio, dell’orgoglio. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">È un vero sacrificio, questo?<o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPoFEC3CsSxdrJ5_fFmW596wnEk4SkrFKRt_RzlGpv3KJiVSEB6XpPehywQSnDLqEY8tfmIDZmNhax6eSOIm09aGhwNrz8rFEZhhFSkzfWETL_9fkY27_b4ZkKWe7im3GMJLw1OQOjlAOZelcdZcVGShuFkmnzW9G7jIUarLGUgzO11bmQ2KhmH9IM/s612/TRAPPOLA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="489" data-original-width="612" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPoFEC3CsSxdrJ5_fFmW596wnEk4SkrFKRt_RzlGpv3KJiVSEB6XpPehywQSnDLqEY8tfmIDZmNhax6eSOIm09aGhwNrz8rFEZhhFSkzfWETL_9fkY27_b4ZkKWe7im3GMJLw1OQOjlAOZelcdZcVGShuFkmnzW9G7jIUarLGUgzO11bmQ2KhmH9IM/s320/TRAPPOLA.jpg" width="320" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-69893893121049341192022-09-21T13:27:00.001-07:002022-09-21T13:27:25.486-07:00Riflettevo<p>Riflettevo su come fosse assurdo ed ingiusto che siano i
drammi a farci ricordare delle numerose note positive di cui si compone la
sinfonia delle nostre vite.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Perché dovrebbe essere una cicatrice a farci ricordare
dell’immensa ricchezza di amore di cui già eravamo circondati?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Perché, spesso, non riusciamo a riconoscerlo ogni giorno nei
gesti semplici: la mano tesa di nostro figlio; un tramonto; la pioggia leggera;
una telefonata; un piatto ben cucinato; una corsa al mattino presto; un lavoro
che ci viene affidato.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ogni azione che compiamo o che ci viene richiesta è, prima
di tutto, fatta di molteplici altre azioni e considerazioni: come le miriadi di
paillettes che compongono il costume di una ballerina.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Sta a noi far muovere quel costume e far brillare le
paillettes.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Sta a noi riconoscere, in ogni azione che compiamo o che ci
viene richiesto di compiere, il suo apporto positivo alla nostra giornata e
alla nostra vita<o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVMdcfPfz3o0QDKR7OMIIO6UroWJDVNZDFBfi5nD3w74sL7xHaF6yeJgnAQeohhqFbNLLL1roUlHOGjJq4fNfE33Kf0dJWT5ozKzSTssItL352hWjuupt1Z31e3vPmr0ZF6tFKd1MfbbFITNPAFV7xjcdWk2SN0KL_O_SH6o8BdYehSgldSSzukoE4/s640/ballerina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="526" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVMdcfPfz3o0QDKR7OMIIO6UroWJDVNZDFBfi5nD3w74sL7xHaF6yeJgnAQeohhqFbNLLL1roUlHOGjJq4fNfE33Kf0dJWT5ozKzSTssItL352hWjuupt1Z31e3vPmr0ZF6tFKd1MfbbFITNPAFV7xjcdWk2SN0KL_O_SH6o8BdYehSgldSSzukoE4/s320/ballerina.jpg" width="263" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-20896564775676410162022-08-20T23:35:00.001-07:002022-08-20T23:35:53.715-07:00il Mio-Tempo e l'Urgenza<p> </p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">Riflettevo sull’utilizzo del
tempo.</p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">Pensavo a come lo impiego.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">Ho realizzato che, nel mio vivere
e impiegare il Mio-Tempo, c’è sempre un senso di Urgenza.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">Si tratta di una Urgenza che si
diffonde dal petto e mi invade ogni tessuto, ogni respiro.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">Si tratta di una condizione che mi
obbliga, quasi, a riempire ogni attimo di emozioni, visive e sensoriali.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">E così, capita che, dietro al vessillo
di questa entità che si impossessa di me, io faccia cose e prenda decisioni. Così,
vivo esperienze che risultano amplificate dalla velocità con cui, spesso,
vengono vissute.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">E poi, però…<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">E poi però mi chiedo: ho vissuto “bene”
quel Mio-Tempo?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">Ho vissuto “abbastanza” quel Mio-Tempo?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">Ho impiegato “costruttivamente” quel
Mio-Tempo?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">Potevo “fare di più o meglio” in quel
Mio-Tempo?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">Mi chiedo se l’urgenza mi permetta,
anche, di interiorizzare, e mentre me lo chiedo realizzo che, in effetti, non
sarei capace di fare altrimenti: non è una costrizione, la mia, è una naturale
propensione.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">La mia testa non potrebbe concepire
nemmeno un minuto senza un impiego. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">Sarebbe un “minuto sprecato”.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">Ma allora, dove si trova lo spazio
temporale per la contemplazione?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">Dove trova posto la noia?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;">Dove si colloca l’ispirazione che
nasce dal fermarsi?<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW2-XAZGkZ2gJDw2LAxaJTuvzhimgAVKBhA4xSV2L9oNrEewCHlTUQ5aOKwPloY85OJ0Sy-TJpT859AxUMr8PU5ww6dd7Pf0rr2YZJMkq1FZlRO0rc4v9Nq8O47XHm1jJlHP3lxFCUY_Qlq2bA5uLbrSpmhcTNjlP_oUKZkQ9NUKfcFBSrh7vfb-jK/s275/tempo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW2-XAZGkZ2gJDw2LAxaJTuvzhimgAVKBhA4xSV2L9oNrEewCHlTUQ5aOKwPloY85OJ0Sy-TJpT859AxUMr8PU5ww6dd7Pf0rr2YZJMkq1FZlRO0rc4v9Nq8O47XHm1jJlHP3lxFCUY_Qlq2bA5uLbrSpmhcTNjlP_oUKZkQ9NUKfcFBSrh7vfb-jK/s1600/tempo.jpg" width="275" /></a></div><br /><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><br /></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-15286124831264637682022-07-14T05:22:00.001-07:002022-07-14T05:24:17.674-07:00Un Nuovo MOOD sta arrivando! <p><span face="Oxygen, Oxygen, "helvetica neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; font-size: 16px;">Cuoricini cari, un nuovo <i><b>mood</b></i>, un nuovo <i><b>vivere</b></i>, soprattutto un nuovo <i><b>sentire</b></i>, sta arrivando presto! Tenetevi sempre aggiornati sul mio sito</span></p><p><span face="Oxygen, Oxygen, "helvetica neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; font-size: 16px;"><b>WWW.DANIELASPAGNOLO.COM</b></span></p><p><span style="background-color: white; font-size: 16px;">dove vi informerò dei nuovi passettini che faremo insieme da Settembre in avanti. </span></p><p><span face="Oxygen, Oxygen, "helvetica neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; font-size: 16px;">Sarà un nuovo approccio al quotidiano!</span></p><p><span face="Oxygen, Oxygen, "helvetica neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; font-size: 16px;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD2m4zgNqu58uG47wK-Skxk1PNLtLV9PqXhB2unzMJ7XBVDiT9V6MqqdTRdPci7Q9O3xiQiJOjqAn4GF6rHA_CZ4Cqt-vzYgjhzwqR1bZJNciBe9bDLs5xpUV2Kh2vwWVAxxnAdci9kajMiPQ1ruPTTz27YVs3aecgnBo_J5_HCySlmFMvdKZk1znz/s3264/IMG_20220707_150846.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3264" data-original-width="2448" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD2m4zgNqu58uG47wK-Skxk1PNLtLV9PqXhB2unzMJ7XBVDiT9V6MqqdTRdPci7Q9O3xiQiJOjqAn4GF6rHA_CZ4Cqt-vzYgjhzwqR1bZJNciBe9bDLs5xpUV2Kh2vwWVAxxnAdci9kajMiPQ1ruPTTz27YVs3aecgnBo_J5_HCySlmFMvdKZk1znz/s320/IMG_20220707_150846.jpg" width="240" /></a></div><br /><span face="Oxygen, Oxygen, "helvetica neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; font-size: 16px;"><br /></span><p></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-70329559897807913922022-06-24T14:41:00.001-07:002022-06-24T14:41:11.693-07:00La vita di un Ipocondriaco<p> La vita di un’ipocondriaca è dura. Durissima.</p><p>Si tratta di un’esistenza votata alla Malattia.</p><p>Per l’ipocondriaco, la Malattia assume le sembianze di una divinità cui dedicare ogni attenzione.</p><p>È una divinità multiforme e variamente dislocata: nel senso che, nel caso non fosse reperibile nel corpo dell’ipocondriaco, al poveretto basterà anche solo sentirne parlare, per farla propria e autogenerarsela.</p><p>Quando l’ipocondriaco, per pura distrazione, vive rari e pochi momenti di libertà dal suo unico pensiero fisso, la Malattia riconquista violentemente il proprio posto nella prima fila dei pensieri dello sventurato, accecandolo in ogni suo (blando) tentativo di ripresa di una vita all’apparenza normale.</p><p>Sul concetto di normalità, molto ci sarebbe da dire: quali sono, infatti, i parametri vitali di un’esistenza normale?</p><p>Ci vorrebbero gli asterischi dell’emocromo, e poi un medico da cui andare per farsi leggere i risultati:</p><p>“Dottore, com’è la mia esistenza? Sono nella norma?”</p><p>“Bhe… i suoi livelli di Ansia e Paura hanno ecceduto il limite massimo consentito”</p><p>“Oddio…è tanto grave?”</p><p>“Certamente!”</p><p>“Mi dica che c’è una cura, La prego”</p><p>“La cura c’è, ma non gliela posso dare, perché per Lei non va bene, purtroppo”</p><p>“Ma come?!”</p><p>“Lei ha un interruttore in testa?”</p><p>“No. Sono nato senza. Lo so. Me lo ha sempre detto mia madre…”</p><p>“Ecco, appunto. Se Lei ne avesse uno, glielo potrei spegnere, ma…”</p><p>“E allora, come faccio, Dottore? Mi salvi Lei!!!”</p><p>“Mi dispiace. Deve salvarsi da solo…”</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipPQuZDixKsVfVCYLmSSysS8vwzHPx2u43_aRoNQqjx4MjmaP0zwF8Drp2Qv43JC8b2Ydr7MniKmZvbRYe_xLR99SxfYE_fYNLOoJFM6Emg-8veJZQw-hT9sSXMydNupTMgZHNl6MoBl-eLcDQLVTykhik70ohO2Wf65BTF2b-HTOjFYfQrsNvzaIr/s800/malato%20immaginario.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="614" data-original-width="800" height="246" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipPQuZDixKsVfVCYLmSSysS8vwzHPx2u43_aRoNQqjx4MjmaP0zwF8Drp2Qv43JC8b2Ydr7MniKmZvbRYe_xLR99SxfYE_fYNLOoJFM6Emg-8veJZQw-hT9sSXMydNupTMgZHNl6MoBl-eLcDQLVTykhik70ohO2Wf65BTF2b-HTOjFYfQrsNvzaIr/s320/malato%20immaginario.jpg" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-25725554005360727072022-06-23T12:15:00.001-07:002022-06-23T12:15:18.315-07:00PICCOLI MOMENTI<p>Se ci pensiamo bene, la nostra vita è fatta di giorni; i giorni sono fatti di minuti; i minuti di secondi…e così via.</p><p>La nostra vita, dunque, è fatta di piccole cose, brevi istanti. Piccoli Momenti.</p><p>Alcuni particolarmente tosti da superare, altri, invece, decisamente più semplici da passare.</p><p>La maggior parte delle volte, invece, si tratterà di momenti neutri: istanti, che scorreranno nella totale indifferenza del nostro IO. Ma saranno proprio quelli i meno impegnativi, e anche i meno apprezzati.</p><p>Il nostro cervello ha, ahimè, questo difetto: memorizzare disgrazie, tori subiti, angherie, dolori,…</p><p>Dovremmo, invece, imparare a fermarci di più e più spesso; imparare ad analizzare più a fondo ciò che ci capita.</p><p>Sono certa che in questo modo, realizzeremmo quanta Serenità permei la nostra esistenza.</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoI1SY9sL-21mRDOuNfmswDKOQsaINKew44StQ40tIJjy1U-Zb-31uKyURRQ6mZ7TrzXIpmyLD0R5ZqPJjlgiLmENDlROWYPFRlo0rqiLEoCClDzp77NxjzO1b_YrG_EosgrqWCEdaUKpf8cRTfOFvhQOaAl4n8tB4p5B15npBHdziqtCd4ILEv6pN/s750/MOMENTI.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="521" data-original-width="750" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoI1SY9sL-21mRDOuNfmswDKOQsaINKew44StQ40tIJjy1U-Zb-31uKyURRQ6mZ7TrzXIpmyLD0R5ZqPJjlgiLmENDlROWYPFRlo0rqiLEoCClDzp77NxjzO1b_YrG_EosgrqWCEdaUKpf8cRTfOFvhQOaAl4n8tB4p5B15npBHdziqtCd4ILEv6pN/s320/MOMENTI.jpg" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-56084335925404208332022-06-14T14:35:00.002-07:002022-06-14T14:35:49.287-07:00Credo che...<p>Credo che noi, ognuno di noi, sia stupendo.</p><p>Credo che ognuno di noi sia un universo fatto di mille e un’anima.</p><p>E che, come in un caleidoscopio, queste anime si confondano tra loro a seconda di come la vita ci faccia girare.</p><p>Capita che il caleidoscopio giri bene. Allora sarà bellissimo: un’esplosione di colori vivaci.</p><p>Però capita anche che il caleidoscopio giri male: allora ci saranno colori scuri, nebbia, paura, sconforto. Magari anche vuoto, assenza di emozioni.</p><p>Come sarebbe bello poter avere il controllo di questo arnese che ci sbatacchia di qua e di là, a proprio piacimento!</p><p>Come sarebbe bello governarlo e decidere finalmente.</p><p>Certamente, non ci sarebbero più colori scuri, nebbia, paura, sconforto, vuoto, assenza di emozioni.</p><p>Sceglieremmo solo i colori dell’arcobaleno, sempre e comunque.</p><p>E alla fine, non saremo più capaci di riconoscere più l’arcobaleno.</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcwSWde8pZKnq7AmDZc3Jzt5AI6UAJlyzjpFYE2c3UUHKIJ0cPXw6R-QeHU1zMhZRXa9_s4l-OfMRVhdqjUlO7c2ZGH4pjqx_5TV6GhqW65IXeTEu85IndsgU1N3Pq05G28zW9s3VFBJeEd1gCsc2776QL-QApTSnlFNU_QUQ2yz9uoezuHLeHIt3x/s225/arcobaleno.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="225" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcwSWde8pZKnq7AmDZc3Jzt5AI6UAJlyzjpFYE2c3UUHKIJ0cPXw6R-QeHU1zMhZRXa9_s4l-OfMRVhdqjUlO7c2ZGH4pjqx_5TV6GhqW65IXeTEu85IndsgU1N3Pq05G28zW9s3VFBJeEd1gCsc2776QL-QApTSnlFNU_QUQ2yz9uoezuHLeHIt3x/s1600/arcobaleno.jpeg" width="225" /></a></div><br /><p><br /></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-5163730940161117512022-06-12T14:54:00.001-07:002022-06-12T14:54:04.655-07:00QUARANTA GIORNI<p> 40 giorni. La quarantena ha un senso allora.</p><p>Ci ho messo 40 giorni, anzi Quaranta (se lo scrivo in lettere fa più effetto) a comprendere ciò che mi stava succedendo.</p><p>La diagnosi iniziale, la conferma; le comunicazioni di carattere burocratico e quelle di carattere organizzativo.</p><p>Tutto sparato addosso, a me; solo a me; proprio a me. </p><p>“No no, non ci siamo sbagliati: stiamo parlando proprio a lei, Signora”</p><p>“No, guardi, non ci siamo sbagliati, è proprio così, è tutto vero”</p><p>Il buio è calato. Come con due tendoni pesanti che celano la tua fonte di luce naturale, sana, vitale.</p><p>Ingenuamente, la prima soluzione cui ho pensato è stata: prendo il primo treno e scappo via da qui. Lontano. Così mi lascio tutto alle spalle e non mi accadrà nulla.</p><p>Ho anche pensato che se fossi stata sola al mondo, sarebbe stato più facile: nessuna comunicazione da dare, nessuna spiegazione, nessuno sguardo di pietà da sopportare.</p><p>Invece no. Devo comunque proseguire, come se nulla fosse. Come se non mi avessero comunicato che …</p><p>Quindi: cerca di aprire quelle tende pesanti. Cerca di far entrare la luce di cui prima godevo senza nemmeno rendermene conto.</p><p>La mia vita era perfetta, e non lo sapevo. Anzi, spesso me ne lamentavo: ingrata!</p><p>Eppure, anche se a volte la luce entra, ora sembra sbiadita e non scalda davvero il cuore.</p><p>Ho sulla mia strada persone fantastiche, che prima non conoscevo. Eppure queste stesse persone mi fanno paura e, sinceramente, avrei avuto anche piacere di conoscerle, ma non per la loro professione.</p><p>Sì, mi ci sono voluti quaranta giorni (e quaranta notti, come per il diluvio universale) per metabolizzare la mia nuova condizione. Ma questo non significa che io l’abbia accettata.</p><p>Sino al 12 aprile, la mia vita era normale, anche se non sapevo di avere, letteralmente, una serpe in seno.</p><p>Dal 13 di aprile sono stata catapultata in una realtà parallela dove mi muovo come in una bolla.</p><p>Non so ancora cosa mi aspetta. Per il momento, ho raccolto i miei pezzi e ho provato a rimontarli così come mi sembra che stiano meglio. Per provare a reggere gli ulteriori urti. Per provare a continuare.</p><p>Lo faccio per Voi, Edoardo, Giulio, Umberto. Lo faccio per Voi, mamma e papà. </p><p>Sono certa che se non ci foste stati, le mie scelte sarebbero state altre, certamente più semplici all’apparenza.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwQOwIjM8V-TyHF6i_DgED-1UbMIY_OGQy7yNmT1JU757EYEgjpKZgOz7guF_jbrgjvLbi0uCiZQ-7nDELldUXJHXmX8Pe2JUiSCmO_KYs21ZcdC-PoO8OLIyAO87nuVmxRAE3slvN0QVn6DYdV_A4wRETWnErpOnpwPEh4jQ88UyvUgvxecsWfhlV/s225/40.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="225" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwQOwIjM8V-TyHF6i_DgED-1UbMIY_OGQy7yNmT1JU757EYEgjpKZgOz7guF_jbrgjvLbi0uCiZQ-7nDELldUXJHXmX8Pe2JUiSCmO_KYs21ZcdC-PoO8OLIyAO87nuVmxRAE3slvN0QVn6DYdV_A4wRETWnErpOnpwPEh4jQ88UyvUgvxecsWfhlV/s1600/40.jpeg" width="225" /></a></div><br /><p></p><div><br /></div>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-83292731910777902632022-06-09T13:08:00.001-07:002022-06-09T13:08:57.307-07:00A volte capita che...<p>A volte capita che mi sento divisa. </p><p>Spezzata in due. </p><p>Con una parte di me che affronta le cose della vita in maniera razionale; e un'altra, quella irrazionale, quella che ha paura di lasciarsi andare, quella che ogni volta che si è fidata ha ricevuto una sberla in faccia.</p><p>E a volte capita che questa parte sia quella che prende il sopravvento.</p><p>E allora succede che penso che ormai è tutto finito. </p><p>E ci credo. </p><p>E mi dispero. </p><p>E sto male, malissimo.</p><p>Ed io, proprio io che sprono a fare pensieri positivi ogni giorno, capita che abbia paura di farli, poiché ho il terrore, di nuovo, di illudermi, e questa volta fatalmente.</p><p>Ho il terrore di lasciarmi andare, dimenticando anche solo un momento…perché poi l’angoscia tornerà più feroce di prima, e mi tormenterà la testa, fino a farla scoppiare.</p><p>Ed è a questo punto che mi arrabbio con me stessa per non aver saputo sfruttare il tempo che avevo prima a disposizione. </p><p>Qualcuno riderà, per questo. Non io. Me ne dolgo parecchio.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgak_i2IIOXJwTRU_S7N8D91Ss8hmOPY6zCD8nZUlZWNfWThSSD415Mfz3QjS1756KqloBOZpvzosQ5W_l772PJlMrsD9K26ng5gE9AvEiEA-4HWD25tqARcrXuf3yCuFVq-NZ7BZjc_FiWqUpmPUrXxoGcdoVawPzKt-7L_oJZo8hsG2JUMxaU7keJ/s1390/cuore%20spezzato.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1390" data-original-width="865" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgak_i2IIOXJwTRU_S7N8D91Ss8hmOPY6zCD8nZUlZWNfWThSSD415Mfz3QjS1756KqloBOZpvzosQ5W_l772PJlMrsD9K26ng5gE9AvEiEA-4HWD25tqARcrXuf3yCuFVq-NZ7BZjc_FiWqUpmPUrXxoGcdoVawPzKt-7L_oJZo8hsG2JUMxaU7keJ/s320/cuore%20spezzato.jpg" width="199" /></a></div><br /><p><br /></p><div><br /></div>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-32097910802336959662022-06-06T01:05:00.000-07:002022-06-06T01:05:01.895-07:00PAURA. IGNORANZA. OTTUSITA’<p>La PAURA. È senz’altro la peggior compagna di viaggio, in
ogni circostanza.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Voglio essere presuntuosa e pretendo di aver capito perché
mi sia capitato “la cosa” (non riesco ancora a nominarla, ci vorrà ancora un
po’). Il fatto è che non sapevo apprezzare e mi sotterravo sotto paure inutili.
Quando non c’erano motivi oggettivi per aver paura, li inventavo.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Insieme alla Paura, viaggia l’IGNORANZA. <o:p></o:p>Pretendere di sapere di più di chi mi sta di fronte, in barba
al suo sapere, alla sua esperienza, persino ai suoi studi!</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">E riesco pure a stupirmi quando, dopo ore e giorni di
pensieri sconnessi e funesti mai interrotti, arrivo alla meta così come mi era
stato prospettato proprio da coloro verso i quali non avevo nutrito alcuna
fiducia.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Infine, l’OTTUSITA’.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Questa triade viaggia sempre in cabine triple e non ammette
altri compagni, perché è sicura e forte della propria superiorità. E quello che
la rende maggiormente pericolosa è il fatto che viaggi su un treno senza
controllo e al pieno della sua velocità. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">L’impatto provoca inevitabilmente danni irreversibili.<o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKwX5aC8czezrR8OvdqICD0ROTv355AlDnGKZNfZQLCq88Oe62MF6dfc6s2ZbqAL3-Qx88mYKsk-6P5Vqnp_zm8woGo4YjeD8ero8o6xZTox33rWmiYSXG5DIScS4RVuTNmZoYNQDNAYS4y34RIukkncbJDVMJVNcZkH0xPV7FvKHbTvRrjfn9whRs/s4014/Arte_romana,_triade_capitolina,_160-180_dc_(guidonia_montecelio,_museo_civico_archeologico)_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2940" data-original-width="4014" height="234" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKwX5aC8czezrR8OvdqICD0ROTv355AlDnGKZNfZQLCq88Oe62MF6dfc6s2ZbqAL3-Qx88mYKsk-6P5Vqnp_zm8woGo4YjeD8ero8o6xZTox33rWmiYSXG5DIScS4RVuTNmZoYNQDNAYS4y34RIukkncbJDVMJVNcZkH0xPV7FvKHbTvRrjfn9whRs/s320/Arte_romana,_triade_capitolina,_160-180_dc_(guidonia_montecelio,_museo_civico_archeologico)_01.jpg" width="320" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-66923058696515234352022-06-04T10:02:00.001-07:002022-06-04T10:02:43.242-07:00Noi siamo...<p>No. Non è vero che ci abituiamo all’idea di essere come macchine, pezzi intercambiabili.</p><p>Noi siamo gelosi del nostro corpo, gelosi di ogni parte di esso. E anche se spesso, troppo spesso, lo critichiamo, in una parte o in un’altra, in segreto le adoriamo.</p><p>È proprio qui che sta l’essenza della difficoltà di cogliere quello che siamo veramente.</p><p>Noi non siamo capelli lunghi, folti, lucidi.</p><p>Noi non siamo una mano, un braccio.</p><p>Noi non siamo labbra.</p><p>Noi non siamo un seno.</p><p>Non siamo nemmeno le nostre parole.</p><p>Noi siamo le nostre Azioni e il nostro Cuore, perché il cervello gioca pessimi scherzi, mentre il cuore ti fa provare emozioni sulle quali noi non possiamo agire: è qui che ci riveliamo per quello che siamo veramente.</p><p>Se il cuore ha paura, tu sei paura; se il cuore prova compassione, tu sei compassione.</p><p>Se il cuore prova rabbia, invidia, allora tutte le parola che potrai dire a mascherare serviranno a poco.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil23OkXNDHzXSVpylNCTbOlTnXDNURdC8XrQAMOjQ6FZDWXk6Cbqn8hEdo1JuOZBTN064-YVxdOR3zfyLs5s6xbnBQJU1reA_iHWttJMR3fUSIWerI84MNPjq9rzOeQZ8QKmgNdqrhf1fHm15gXTq8a8Dwefqp03ID0uS_B41fLd_GX6cpi2ko24pH/s1300/complessit%C3%A0-della-natura-20954190.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1300" data-original-width="1065" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil23OkXNDHzXSVpylNCTbOlTnXDNURdC8XrQAMOjQ6FZDWXk6Cbqn8hEdo1JuOZBTN064-YVxdOR3zfyLs5s6xbnBQJU1reA_iHWttJMR3fUSIWerI84MNPjq9rzOeQZ8QKmgNdqrhf1fHm15gXTq8a8Dwefqp03ID0uS_B41fLd_GX6cpi2ko24pH/s320/complessit%C3%A0-della-natura-20954190.jpg" width="262" /></a></div><br /><div><br /></div>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-27484590917551925272022-06-03T13:48:00.002-07:002022-06-03T14:00:21.158-07:004 maggio<p>La prima volta in cui le gambe non mi hanno retto è stato
quando, all'ospedale in cui avevo partorito il mio ultimo figlio, mi dissero
che non sapevano dirmi se il bambino fosse maschio o femmina. Questa
conversazione monodirezionale avvenne 72 ore dopo il parto.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Caddi ancora di faccia quando la sua pediatra di allora,
all’alba dei suoi diciotto mesi, mi disse con noncuranza di portarlo da un neuropsichiatra,
visto che non camminava ancora. Nessuna spiegazione in più.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Anche quella fu una conversazione, anzi una comunicazione, a
direzione unica, nella quale non trovava posto il mio sentire fatto di paure e
dubbi.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Il 2022 sembra dedicarsi, invece, a me: carcinoma al seno destro.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Faccio fatica ancora a dirlo, a nominarlo, figuriamoci a
scriverlo, a renderlo obiettivamente esistente.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Insomma: faccio fatica a credere che sia capitato.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Non voglio dire che a me non dovesse capitare <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“perché io sono io e voi non siete un cazzo”</i>.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Il mio più grosso errore è stato sprofondare in letture
amene su trattati di medicina, chimica, financo chirurgia, dei quali non ho
capito un’emeritaceppazza.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Non si leggono le cose scientifiche se non hai la
preparazione per capirle!!! <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Questo, forse, sarà il tatuaggio che mi farò sulla mano
destra, quella che mi capita più spesso di incrociare con gli occhi.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Quindi, ora ho una macedonia in testa, e la macedonia, se
non è di frutta, genera paura e la paura mi fa andare nel panico.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">La paura mi ha fatto iniziare a vivere come sospesa: la mia
sensazione è quella di non avere più tempo; è quella che qualunque cosa io
faccia, non abbia senso alcuno.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ma soprattutto, sono arrabbiata con me: per aver investito
energia in tutto quanto ora non può essere altro se non inutile.<o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7xN84JYu-6-uW7jd_hTnFaGYQVK7jyO7vz6KJu7XZ-GaWYE6NB-kRrs8E-0kQEFTkbWBLImg4szqzycLkIl8ROYrRXTQw7nuqNqqOmP3pBoY4mRQYyRouTwAWfmEY02l3h8V73hivvsiIPbUePbzJpl14aOr6w5Jtic0WciutGxCtzmnCLVv-5eJ_/s800/Positive_and_Negative_Space_in_Photography.jpg.webp" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="526" data-original-width="800" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7xN84JYu-6-uW7jd_hTnFaGYQVK7jyO7vz6KJu7XZ-GaWYE6NB-kRrs8E-0kQEFTkbWBLImg4szqzycLkIl8ROYrRXTQw7nuqNqqOmP3pBoY4mRQYyRouTwAWfmEY02l3h8V73hivvsiIPbUePbzJpl14aOr6w5Jtic0WciutGxCtzmnCLVv-5eJ_/s320/Positive_and_Negative_Space_in_Photography.jpg.webp" width="320" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8095873251208369236.post-74574156949870359782022-04-09T08:38:00.001-07:002022-04-09T08:38:43.036-07:00Perchè sorrido<p>Proverò a rispondere a chi mi ha detto “Non si può sempre
sorridere, perché non va sempre tutto bene”.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ricordo ancora uno dei miei primi impieghi.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Mi ero diplomata da poco al liceo linguistico e stavo
frequentando l’Università, Scienze Politiche, e mi capita di incappare in una
persona che mi presenta all’anziano proprietario di una ditta di nicchia della
collina di Torino. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Era in un posto trafficato ma sperduto allo stesso tempo, e
per arrivarci, coi mezzi pubblici ci mettevo un’ora. Se c’era sciopero, cazzi
miei.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Mi fecero un colloquio e mi assunsero subito a tempo
indeterminato: gli ero piaciuta.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Non sapevo fare nulla di quel lavoro e le impiegate che mi
dovevano formare non avevano voglia né tempo. I tecnici del laboratorio erano
simpatici. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">A pranzo, due ore di pausa e sparivano tutti: chi a casa,
chi con i colleghi più “intimi”.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Per me erano due ore in cui non sapevo che fare. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Non potevo restare all’interno della ditta, perché chiudeva,
dunque dovevo cercarmi un posto dove almeno studiare per preparare gli esami
che continuavo a dare.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Durai ben poco. Non perché non avessi imparato o non volessi
farlo. Ma mi rendevo conto che quando entravo lì, anzi, già quando scendevo
dall’autobus, sulla strada senza un briciolo di riparo, sentivo l’angoscia
assalirmi.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Avevo ventuno anni e vivevo ancora coi miei. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Avevo due strade davanti: la sicurezza del posto, con un
futuro già segnato dalle convenzioni; oppure, la sorte.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Scelsi di scegliere. Andai dal figlio del proprietario e gli
dissi che non ce la facevo a continuare, non era quello che volevo. Glielo
dissi morbidamente, con qualche accenno di sorriso.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Lui si incazzò.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Poi mi convocò il padre anziano. Mi disse che gli ero
piaciuta sin da subito perché lo facevo ridere. E mi disse anche che facevo
bene ad andarmene. Io, tanto, ormai avevo già deciso.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Il bilancio fu: due incazzati (il figlio + la persona che mi
aveva portato alla ditta e che disse che le avevo fatto fare una figuraccia) e
uno felice di avermi conosciuta.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Altra storia, più vicina.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Pandemia. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Non ho abbracciato da subito il principio della Resilienza,
ho mantenuto invece una certa Resistenza.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Mi sono imposta di chiamare gli amici cari perché temevo che
l’isolamento ci azzerasse i sentimenti.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Una volta, una mia cara amica mi ha detto: “Meno male che ci
sei tu, che mi fai ridere”<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Mi chiesi, allora: <i>possibile che una persona timida e
schiva come me, fosse capace di mostrarsi agli altri con la disinvoltura che
serve per farli ridere senza risultare ridicola?<o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal">Che fosse quello il mio scopo?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Non lo so. Però adesso sono felice.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Per questo, mi sveglio e mi metto un sorriso sulle labbra. E
sorrido alla gente che incontro. E cerco sempre il lato positivo. E provo
sempre ad allentare le tensioni. E cerco sempre un modo per risolvere i
conflitti, anche quando non mi riguardano. Anche quando non ho nulla per cui
sorridere..<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Ed è sempre per questo che cerco di stare lontana dalle
situazioni tossiche.<o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRbWJEZsvHpnOKU-ypwrgGzMdSjoLKW4NVrOmRIf2CS_tua3BAwhR-wkzDhsptIZtWYzwBhM2XWWx7livWoxwImz3iEpFPha9mySm4zImfHmTGF8zkRXS1yEmQOL-H3fg8hYgSiypHJjd3XonJKWiLow2SdnIDvle07Lwgih6TKOPzoXicgmwOI2HY/s480/sorrso.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="480" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRbWJEZsvHpnOKU-ypwrgGzMdSjoLKW4NVrOmRIf2CS_tua3BAwhR-wkzDhsptIZtWYzwBhM2XWWx7livWoxwImz3iEpFPha9mySm4zImfHmTGF8zkRXS1yEmQOL-H3fg8hYgSiypHJjd3XonJKWiLow2SdnIDvle07Lwgih6TKOPzoXicgmwOI2HY/s320/sorrso.gif" width="320" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p>daniela spagnolohttp://www.blogger.com/profile/06920649968901019050noreply@blogger.com0