Chi sono

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Sono Daniela Spagnolo, Influencer di Gentilezza e Inclusività, Scrittrice di Donne, Blogger, Founder of @kindpowity_bydanielaspagnolo. Nel 2013 pubblico, in self publishing, "Fate Moderne", e nel 2016, sempre nella stessa forma, "La gente perbene e la ragazza del mercato". Nel 2018 esce "Il silenzio del Tempo", edito dalla casa editrice 96-rue-de-la-fontaine. Nel 2021 è la volta di "Dora", un noir dai tratti gotici, pubblicato con la LFA PUBLISHER, che si pone l’ambizioso obiettivo di essere il primo di una serie tutta ambientata nella medesima cittadina. Nel 2022 arriva "Piccolo Diario di una Cicatrice", ancora edizioni LFA PUBLISHER: un libro interattivo per provare a ripartire dalle proprie cicatrici. Vivo a Grugliasco alle porte di Torino (la mia città natale), e sono naturalmente spinta verso l’impegno sul territorio, che nel 2023 trova realizzazione nella costituzione del PRIMO GRUPPO DI LAVORO sulla DISABILITA’ – GRUGLIASCO, che ho fondato insieme ad una cara amica con la quale condivido esperienze di vita. Scopri di più su quello che faccio: linktr.ee/daniela.spagnolo_scrittrice

lunedì 10 agosto 2020

BABY DANCE

Mi piacerebbe sapere che cosa abbia ispirato la mente di colui, o colei, il quale ha ideato la prima “Baby-Dance”. Che forse ce l’aveva con qualcuno in particolare, mi sto chiedendo?

Forse gli stavano sul culo quelli che alle nove di sera ancora non hanno finito di mangiare, quelli che si dilungano magari mangiando l’uva un acino per volta, dopo la cena, o quelli che gradiscono anche il caffè e l’amaro, perchè no. Forse dopo che hai i figli, la credenza comune vuole che tu non ti possa concedere di mangiare con lentezza, anzi prevede che tu debba sempre battere il tempo, stare attento al secondo.

Perchè queste cazzo di Baby-Dance iniziano tutte, ovunque tu vada nel globo, alle 21.

Porca-di-quella-miseria, roba che tu hai ancora i piatti neanche da lavare, ma proprio da togliere dal tavolo. Ma il pargolo spinge per recarsi in quel luogo ameno che è la pista da ballo, dove si potrà scatenare, dimenando il suo culetto al suono di musica gradevole quanto lo sciacquone del cesso alle sette di mattina.

Se dovessimo parlare della musica delle Baby-Dance, si potrebbe fare un trattato lungo come quello di Tocqueville sulla Democrazia americana.

Ci sono varie scuole di pensiero, infatti: abbiamo i dj temerari, quelli che scelgono appositamente le ultime hits dell’estate, per fare tremare la pista con lo zoccolo delle scarpe materne, zoccolo che si anima con evidente avidità, in quei momenti. A pensare male, si crederebbe che l’obiettivo siano proprio loro, le madri, che in effetti si rianimano, dopo aver bestemmiato in turco per aver dovuto ingozzarsi e aver sparecchiato raccogliendo tovaglia e tutto il resto dentro l’acquaio, in barba all’ordine.

Poi, ci sono i nostalgici, che mettono roba che copre un arco temporale che va da Canzonissima ‘68 all’ultimo Sanremo, passando per tutti i Festivalbar (e che cazzo è?), ma ripudia violentemente le ultime hits di cui sopra. Questi ultimi, i nostalgici, sono generalmente i preferiti delle nonne.

Ecco, proprio loro, le nonne: creature mitiche e mitologiche, che si sacrificano per accompagnare i nipotini in quella palude virtuale, lasciando i genitori a strozzarsi con l’uva e a sorseggiarsi i loro caffè; e i nipotini li vestono con colori sgargianti, in modo da riuscire riconoscere il proprio pargoletto in mezzo a tutte le creature tarantolate che riempiono la pista. Il risultato è che sono tutti vestiti come la regina Elisabetta e dunque irriconoscibili. La vera differenza la farebbe uno vestito color beige.

Un'altra creatura mitica e mitologica delle Baby-Dance sono gli adolescenti.

I maschi di questa specie non ballano, stanno generalmente a bordo pista, scrutano le femmine dei propri simili e fanno attenzione a non farsi sgamare a guardarle. Generalmente puzzano, ma non lo ammettono.

La femmina, invece, è in centro pista, anzi, se può scansa anche i piccoli e coloratissimi animaletti che si chiamano bambini, fingendo di non ricordare di esserlo stata lei stessa sino a poco tempo prima. Si dimena e mette in mostra le prime curve e, tra una mossa e l’altra, lancia sguardi alla platea dei maschi, che le paiono, invece, sempre poco interessati.

Parliamo, invece, dei Grandi Assenti: i padri.

Assomigliano ad apparizioni mariane, sono evanescenti. Hanno sempre qualcos'altro da fare, più urgente che non fermarsi a visionare il proprio figlio ballerino.

Mi ha chiamato Tizio”, “Aspe’ che c’è Caio” sono le scuse più gettonate.

Forse è un po’ anche per questo che, alla fine, alle madri non resta che starci dentro, a quella pista malefica, che sembra risucchiarti contro la tua stessa volontà e che poi, quasi fossi colpita da un incantesimo, ti fa ritrovare a ballare sulle note del Pulcino Pio o di Baby K, mentre tu sogni di sentire finalmente gli animatori che dicono a tutti che quello strazio è finito e che è ora di levarsi dai coglioni.

Ma quel momento arriva sempre troppo tardi, sempre dopo un Limbo o una Colita di troppo, e quando finalmente il liberi tutti arriva, tu mamma hai comunque male alle piante dei piedi e, a meno che tu non sia una di quelle dallo zoccolo allegro, non vuoi altro che tornartene a casa e metter fine alla giornata. Ma la notte è ancora giovane, tuo marito, o compagno che sia, sta ancora salutando Tizio o Caio e l’orologio segna solo le dieci…

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