La notte ha le sue ore. C'è l'ora delle streghe, l'ora dell'amore, e poi c'è l'ora dei dubbi, delle domande dei Perché, Se avessi fatto, Potevo fare...
A me di solito quest'ora capita tra le 2:30 e le 4:30. La becco se qualcosa o qualcuno mi fa svegliare di soprassalto e poi ciao, non mi riaddormento prima delle cinque, ossia in pratica a ridosso della sveglia.
In quest'ora, che poi sono almeno due, la mente ricomincia febbrilmente lavorare ed è come se ti
riproponesse tutti i dubbi che durante la giornata tu hai ignorato, o magari non ti sei neanche ricordato. Il cervello lavora, ma ha solo domande, e tu non hai risposte.
in queste due ore il senso del mondo si inverte: ciò che temiamo di giorno perde il suo potere sul nostro inconscio e assume addirittura connotati del comico.
Sempre in queste due ore, terra di nessuno, capita di prendere decisioni importanti che una volta svegli non ci ricorderemo, e rimarremo col dubbio, un altro, su ciò che avevamo deciso.
Può addirittura capitare che si prenda il coraggio per fare Quella Cosa a cui abbiamo pensato
tutto il giorno, e che ora ci appare effettivamente come l'Idea che ci cambierà la vita. E allora la facciamo, perché dalle 2:30 alle 4:30 siamo ancora, nonostante il cervello che lavora e il sonno che manca, un pochino storditi e disinibiti.
Poi l'adrenalina scende, le palpebre anche, i sogni di gloria scemano.
Restano le domande senza risposte e i Perché, Se avessi fatto, Potevo fare...