Stanno per arrivare le PAGELLE, e un urlo mi sale dal petto: ODDIO.
OH MY GOD, se siamo nell'ora di inglese.
Mai come quest’anno le sento come se dovessero
essere un’espressione di voto su di me.
Maestre, giuro che mi sono impegnata
moltissimo. Magari non da subito, eh! Perché, in fondo, ma anche in superficie,
io sono un’ottimista e quando ci avevano detto che la scuola avrebbe riaperto
il 6 marzo, bhe, io ci avevo creduto!! Pensate che avevo anche già preparato la
schiscetta per il pranzo dei miei figli.
E quindi, non ero proprio preparata alla gran
botta della DaD.
Se per i bambini DaD sta per
Didattica-a-Distanza, per noi genitori “Daje-ancora-Daje” sarebbe la traduzione
più corretta.
Arriveremo sui gomiti al 10 giugno, ma “Ce la
faremo!!!”
Tra Smartworking e DaD non so più distinguere
tra me e il mio avatar.
Ci sono giorni che mi sveglio e non capisco se
sto dentro al computer di mio figlio, che poi sarebbe il mio ma glielo devo
prestare e ne rientro in possesso a tarda notte per farmi i fatti miei (che i
fatti miei-miei non esistono neanche più, sarebbero in realtà i fatti miei-del-lavoro).
Allora capita che appena apro gli occhi, cerco
la cartella “Compiti Genoveffo, settimana XYZ”. E il problema è che non la
trovo! E lì partono tutte le parolacce che alle sette di mattina riesco ad
inanellare una dietro l’altra, senza mordermi la lingua.
Poi il mio cane mi lecca la faccia, e allora mi
sveglio davvero. Ma siccome c’è già chi mi chiede la colazione, e io sono
ancora lì che devo fare attenzione a non mordermi la lingua, forse era meglio
se restavo in compagnia del mio avatar a cercare quella stramaledetta cartella dei
compiti.
Maestre, tornando a noi, ho studiato. Ho ripassato
i Romani; ad esempio, lo sapevate Voi che Stilicone ha sconfitto Alarico a
Pollenzo?!
Diciamo che questa DaD mi ha dato conferma
anche di cose che già immaginavo. Ad esempio, Storia mi piace, già mi piaceva
prima. Se serve, vi faccio avere le mie pagelle di trent’anni fa, potranno confermarvelo.
Altra conferma arriva sul fronte della Matematica:
ero e sono una capra assoluta. Che in realtà, quando in Scienze si studiano gli ovini e i caprini, mica trovi tra le caratteristiche che non ci capiscono una mazza in matematica...
Grammatica mi annoiava prima e continua ad
annoiarmi ora: troppi complementi, non bastava dire “soggetto-verbo-complemento”
senza stare a specificare troppo? Che poi, a furia di specificare, si arriva
all’atomo della frase e poi non ci si ricorda che cosa si voleva dire! Per non
parlare di “verbo”, “predicato verbale”, “predicato nominale”…a volte capita che faccia una grande insalata. Però alla fine non mi esprimo così male…insomma,
sono brava ma non mi impegno.
No, non è vero, mi sono impegnata, giuro!
Anche in condotta, posso dire di essere stata
piuttosto paziente, gradevole, rispettosa delle mie regole. Solo, a volte mi fregano
le parolacce delle sette si mattina, quelle che mi fanno pizzicare la lingua.
Geografia mi ha fatto ricordare
un binomio che ha accompagnato i miei anni di elementari: “agricoltura e pastorizia”,
un’accoppiata vincente per mezza Italia, se non ricordo male. Adesso ho visto che
non si fanno più i lucidi delle cartine delle varie Regioni. Quando andavo a
scuola la mia Maestra ci faceva fare i piccoli amanuensi: cartine geo-politiche ricopiate su fogli lucidi, con fiumi, laghi, colline, insomma tutto il corredo. Solo che su quella carta lucida dovevi calcare per lasciare un minimo
di tratto colorato e a fine cartina avevi finito anche la cartilagine di tutta
la mano e del polso.
Arte è sempre stata la mia ora preferita. Tecniche,
colori, disegni liberi e rivisitati. Da grande avrei voluto fare l’artistico,
ma all’epoca non si “usava” e a volte mi chiedo come sarebbe stato.
Di arte quello che mi colpiva di più erano i
professori che ce la insegnavano: tipi bizzarri e stravaganti. Arrivavano in
laboratorio come fossero delle trottole e per tutta la lezione giravano tra i
banchi, facevano provare tecniche, piroettavano da uno studente all’altro, non
si fermavano mai. Poi, come arrivavano, se ne andavano, perché non me ne capitò
mai uno di ruolo.
English: la frasetta "Two is megl che One" ormai mi accompagna da trent'anni. I capelli della rossa nella pubblicità erano semplicemente MAGNIFICI! Quando ho provato a farli io, sembravo Medusa. Ci provai per moltissimo tempo, e ne ricavai un gran trauma. Forse dovrei fare causa alla Motta.
Di Religione, ho recitato rosari e preghiere in
chiese semivuote, che un po’ di effetto faceva a vederle così.
Infine, Educazione Motoria: quella mi manca, ma
ho la giustifica, ve la posto in classroom
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