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Sono Daniela Spagnolo, Influencer di Gentilezza e Inclusività, Scrittrice di Donne, Blogger, Founder of @kindpowity_bydanielaspagnolo. Nel 2013 pubblico, in self publishing, "Fate Moderne", e nel 2016, sempre nella stessa forma, "La gente perbene e la ragazza del mercato". Nel 2018 esce "Il silenzio del Tempo", edito dalla casa editrice 96-rue-de-la-fontaine. Nel 2021 è la volta di "Dora", un noir dai tratti gotici, pubblicato con la LFA PUBLISHER, che si pone l’ambizioso obiettivo di essere il primo di una serie tutta ambientata nella medesima cittadina. Nel 2022 arriva "Piccolo Diario di una Cicatrice", ancora edizioni LFA PUBLISHER: un libro interattivo per provare a ripartire dalle proprie cicatrici. Vivo a Grugliasco alle porte di Torino (la mia città natale), e sono naturalmente spinta verso l’impegno sul territorio, che nel 2023 trova realizzazione nella costituzione del PRIMO GRUPPO DI LAVORO sulla DISABILITA’ – GRUGLIASCO, che ho fondato insieme ad una cara amica con la quale condivido esperienze di vita. Scopri di più su quello che faccio: linktr.ee/daniela.spagnolo_scrittrice

venerdì 4 marzo 2022

FOTO IN METRO: UN ESERCIZIO DI COMPRENSIONE

Quando guardo le immagini di una pubblicità, mi piace andare oltre la superficie, ossia oltre il senso della vista, e immaginare come e perché sia stata pensata in quel modo da chi l’ha studiata e poi realizzata. 

Mi piace immaginare gli istanti prima e dopo lo scatto; cosa si desiderasse evocare con una certa scelta piuttosto che con un’altra angolazione…

In metro in questi giorni è giunta sui roll up pubblicitari una specie di pubblicità progresso che riguarda, ahimè, la guerra in Ucraina.

Oltre che commovente, l’ho trovata subito molto interessante da diversi punti di vista. Ve la descrivo.

Abbiamo due soggetti, un uomo e una donna. La donna indossa la bandiera russa, mentre l’uomo quella ucraina.

Riflettiamo insieme: la Russia è la parte che attacca, l’Ucraina quella che subisce.

È chiaro che con questa scelta di immagine si è voluti andare oltre lo stereotipo della donna come parte debole della mela, o di qualsivoglia frutto (che poi, proprio la mela??? Di tutti i frutti, il meno gustoso e dolce e delizioso è proprio la mela!!! Ma perché scegliere la mela per rappresentare la coppia??? Per la storia di Adamo ed Eva? Gli Adami ancora ce l’hanno con noi Eve perché gli abbiamo fatto fare una figuraccia davanti a Dio, ma non si rendono conto che…vabbè, questa è un’altra storia, la approfondiremo la prossima volta).

E poi, c’è la questione della mano visibile della parte maschile: la voglio vedere come una volontà di sorpassare l’aggressione subita. La parte lesa ha teso una mano e anzi, con la stessa, tiene le mani della parte che l’ha attaccata.

Poi il contorno: mi sembra di intuire che i due soggetti siano stati ripresi in uno spazio molto ampio, che mi ricorda un palazzetto sportivo, e dietro ci sono sicuramente delle altre persone. Quindi: nessun contesto intimo.

Mi sembra di sentirla la folla dietro: vociante, allegra magari. Questa foto deve essere stata scattata in un contesto certamente rumoroso. Ma i due ragazzi sono in silenzio, concentrati uno sull’altro.

Ora, proviamo ad andare oltre la vista: come immaginiamo il prima e il dopo?

Come abbiamo detto, non siamo in un momento di intimità, siamo anzi in mezzo alla folla.

Quindi, io mi immagino questi due ragazzi come due amici, che si sono prestati allo scatto. Un attimo prima sono lì a scherzare, e un attimo dopo tornano a farlo, con le distanze tipiche degli amici.

Oppure sono sentimentalmente legati, e dunque sono riusciti a ritagliarsi uno spazio unico di intimità anche in un momento di caos.

Ora provo a fare un ulteriore esercizio: come immagino la loro vita di tutti i giorni?

Sono giovani e sono in un palazzetto sportivo: allora immagino che si tratti di due studenti dediti anche allo sport a livello agonistico, che in quel momento stanno partecipando a competizioni che magari vedono tra i partecipanti la loro scuola; indossano abiti casual, dunque li immagino abitare in città; li immagino impegnati a scuola e poi con gli amici condividere i momenti liberi.

Scendo le scale per prendere il mio treno e quasi mi pare di averli conosciuti davvero, questi due ragazzi!  

E mi domando se un esercizio come quello ho ho appena inventato io, di investigazione approfondita, possa avere anche un'utilità, oltre quella di farmi immaginare contesti e situazioni che on conosco.

Certo, imparare a guardare oltre la superficie rimane lo strumento più utile per comprendere: su questo non ci sono dubbi. 

Quindi, mi chiedo: quanto andiamo oltre la superficie nelle nostre relazioni? 

Che significa: quanto ho voglia di comprendere chi mi sta di fronte?




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