Chi sono

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Sono Daniela Spagnolo, Influencer di Gentilezza e Inclusività, Scrittrice di Donne, Blogger, Founder of @kindpowity_bydanielaspagnolo. Nel 2013 pubblico, in self publishing, "Fate Moderne", e nel 2016, sempre nella stessa forma, "La gente perbene e la ragazza del mercato". Nel 2018 esce "Il silenzio del Tempo", edito dalla casa editrice 96-rue-de-la-fontaine. Nel 2021 è la volta di "Dora", un noir dai tratti gotici, pubblicato con la LFA PUBLISHER, che si pone l’ambizioso obiettivo di essere il primo di una serie tutta ambientata nella medesima cittadina. Nel 2022 arriva "Piccolo Diario di una Cicatrice", ancora edizioni LFA PUBLISHER: un libro interattivo per provare a ripartire dalle proprie cicatrici. Vivo a Grugliasco alle porte di Torino (la mia città natale), e sono naturalmente spinta verso l’impegno sul territorio, che nel 2023 trova realizzazione nella costituzione del PRIMO GRUPPO DI LAVORO sulla DISABILITA’ – GRUGLIASCO, che ho fondato insieme ad una cara amica con la quale condivido esperienze di vita. Scopri di più su quello che faccio: linktr.ee/daniela.spagnolo_scrittrice

lunedì 27 aprile 2020

NO!


Non appena  ho scoperto che sarei diventata mamma per la prima volta, il mio cervello si mise in modalità “apprendimento ossessivo compulsivo”: ossia, aveva deciso che entro i nove mesi io avrei dovuto imparare ed assimilare tutto ciò che le Donne avevano incamerato sì e no a partire dalla nascita del mondo, o giù di lì, sino ai giorni nostri.
Mi procurai e lessi ogni genere di libro di puericultura e che affrontasse il nascituro da ogni punto di vista: la nascita, l’attaccamento alla madre, le prime malattie comuni, quelle meno comuni, quelle rare, quelle non ancora scoperte; i dentini, la diarrea; i sorrisini, il sonno e i giochi, passando dall’ allattamento al seno ad oltranza, pure fino alla maggiore età, fino alla figura del padre usata come carta da parati di fronte a queste madri-matrone onniscenti e preveggenti.
Fu così, ad esempio, che mi feci, grazie ad un apposito saggio, una grande cultura sul sonno e sulla sua gestione, regalandomi, dopo le innumerevoli notti insonni fatte di pianti e strilli dei primi tempi, altrettante notti insonni fatte sempre di pianti e strilli. L’unica differenza era che le prime notti insonni erano inconsapevoli, mentre le seconde erano state liberamente decise da me.
La cosa meravigliosa era, e continua ad essere, una: non appena arrivo a completare un livello di questo gioco, ecco che se ne sblocca un altro e devo ricominciare da capo. Il che significa, che non appena riesci, in mezzo al tuo rincoglionimento cronico, a capire le regole della prima infanzia, ecco che ti accorgi che il pupo ha l’età per frequentare in maniera costruttiva altri bambini e … hop! È saltato dall’altra parte del suo primo steccato della vita: la Socialità.
Tuo figlio è il migliore di tutti, ma come farà ad abbassarsi al pari degli altri?? È un’ingiustizia. Eppure la devi sopportare, e così sospiri, mandi indietro le lacrime di orgoglio, e lo mandi alla Scuola Materna, pardon, dell’Infanzia, come tutti gli altri.
Sarà difficile, ma realizzerai che anche gli altri bambini riescono a scaccolarsi con nonchalance proprio come il tuo royal baby, e che anche gli altri fanno la cacchetta puzzolente come il tuo. Questa cosa ha dell’incredibile.
Dunque, superato il primo momento di stupore, e realizzato che tuo figlio, quello Royal, in realtà è un cazzo di teppistello col pannolino, arriva per te, neomamma col master, il momento più difficile: quello dell’educazione alla Convivenza.
Arriva dunque, il momento in cui bisogna scardinare dalla testa del suddetto Royal Baby l’idea, seminata perlopiù dagli amorevoli nonni, che lui sia il Re di tutti e che tutti siano i suoi sudditi, e dunque che non può sempre ordinare qualcosa perché quel qualcosa effettivamente gli arrivi. Insomma, arriva il tempo di una parolaccia, triste, nera, maleodorante, fastidiosa: NO.

Personalmente ho scoperto una grande e inaspettata verità: nel rapporto genitori-figli il NO fa più male a chi lo dice.







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