Chi sono

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Sono Daniela Spagnolo, Influencer di Gentilezza e Inclusività, Scrittrice di Donne, Blogger, Founder of @kindpowity_bydanielaspagnolo. Nel 2013 pubblico, in self publishing, "Fate Moderne", e nel 2016, sempre nella stessa forma, "La gente perbene e la ragazza del mercato". Nel 2018 esce "Il silenzio del Tempo", edito dalla casa editrice 96-rue-de-la-fontaine. Nel 2021 è la volta di "Dora", un noir dai tratti gotici, pubblicato con la LFA PUBLISHER, che si pone l’ambizioso obiettivo di essere il primo di una serie tutta ambientata nella medesima cittadina. Nel 2022 arriva "Piccolo Diario di una Cicatrice", ancora edizioni LFA PUBLISHER: un libro interattivo per provare a ripartire dalle proprie cicatrici. Vivo a Grugliasco alle porte di Torino (la mia città natale), e sono naturalmente spinta verso l’impegno sul territorio, che nel 2023 trova realizzazione nella costituzione del PRIMO GRUPPO DI LAVORO sulla DISABILITA’ – GRUGLIASCO, che ho fondato insieme ad una cara amica con la quale condivido esperienze di vita. Scopri di più su quello che faccio: linktr.ee/daniela.spagnolo_scrittrice

domenica 6 marzo 2016

SUPERNOVAE

La domenica, per chi vive in città, o si fa la classica gita fuoriporta, oppure si pascola al parco giochi.
Se si opta per quest'ultima ipotesi, si ha anche l'opportuntà di poter vedere da vicino, ed osservare nei loro comportamenti, le diverse specie di genitori che lo popolano. Essi possono essere raggruppati, per la maggior parte, in due maxi categorie così denominate: "Minchia, che due coglioni" e "Minchia, che figata".
Partendo dal presupposto che non esiste una categoria migliore dell'altra, andiamo a guardarle più da vicino.
Nella prima rientrano quei papà e quelle mamme che fanno un po' fatica ad appassionarsi alle attività ludiche dei propri pargoli, preferendo ad esse una certa "apatia spinta" che si raggiunge con lo sguardo perso nei cristalli liquidi e nei megapixel, perchè magari dopo una settimana di lavoro gli va di perdersi nel nulla mentale.
Non significa che non seguano i propri figli, dei quali peraltro conoscono ogni passo, nè risulta che i suddetti pargoli riportino danni psicologici a seguito di questa assenza di empatia: forse perchè a monte è stata stabilita chiaramente la regola del "Ognuno per sé e Dio per tutti", ed è stata pure recepita.
Nella seconda categoria, troviamo quei papà e quelle mamme che si divertono davvero a giocare con i propri figli: si inventano giochi, coinvolgono i figli e pure gli amichetti, e il tutto sempre con il sorriso. C'è da dire che non sono molti, credo anzi siano addirittura una specie ormai protetta dall'Unicef, e in più vengono guardati con sufficienza e compassione dagli altri genitori, questi ultimi forse mossi da invidia per non saper cogliere il lato infantile del weekend.
Tra l'una e l'altra categoria , c'è tutto un arcobaleno di figure, che a tentoni cercano il proprio equilibrio: la madre severa, il padre scazzato, quello con il terrore dei microbi, l'altra con la fobia delle pozzanghere, la chiacchierona, l'osservatore, il giudice di pace, il difensore degli oppressi.
E tutto intorno a questi pianeti, fondamentalmente solitari, ci sono loro, i bambini: delle supernovae luminose e travolgenti, che nulla sanno, per fortuna, delle nostre seghe mentali, e che al richiamo del "Dai che si va a casa" risponderanno sempre "NO!", anche se c'è un freddo cane.

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