“Qual è il tuo anestetico preferito?”
“Come dici, scusa?”
“Come preferisci addormentare il cervello?”
“Scusa, avevo capito anestetico…”
“Sì, infatti…ma non importa. E dunque?”
“Ma allora… guardo la vita degli Altri”
“E ti piace?”
“No. Mi fa sentire una merda”
“In che senso, scusa?”
“Nel senso che vedo che gli Altri fanno sempre tutto ciò che
vorrei fare io e che non faccio”
“E sarebbe?”
“Bho, adesso non mi viene in mente”
“Ah”
“…”
“E perché tu non lo fai?”
“Non lo so”
“Ah”
“E tu, invece?”
“Ah, no. Io lavoro”
“Cioè?”
“Io non ho tempo per niente, neanche per pensare”
“Ah. E quindi non hai un’opinione su nulla!”
“Al contrario: io ho sempre la verità in tasca”
“Perché?”
“Perché io lavoro. So tutto. Non perdo energia in stupidi
passatempi; non perdo tempo ad ascoltare quello che ha da dire la gente. Mi
bastano le mie idee, che sono corrette, esatte, perfette”
“Ah, ecco…”
“…”
“Ma, hai sentito di quella tragedia che…”
“No, non mi interessa. Devo lavorare”
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