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Sono Daniela Spagnolo, Divulgatrice di Gentilezza e Inclusività, Scrittrice di Donne, Blogger, Founder of @kindpowity_bydanielaspagnolo. Nel 2018 esce "Il silenzio del Tempo", edito dalla casa editrice 96-Rue-de-la-Fontaine. Nel 2021 è la volta di "Dora", un noir dai tratti gotici, pubblicato con la LFA PUBLISHER, che si pone l’ambizioso obiettivo di essere il primo di una serie tutta ambientata nella medesima cittadina. Nel 2022 arriva "Piccolo Diario di una Cicatrice", ancora edizioni LFA PUBLISHER: un libro interattivo per provare a ripartire dalle proprie cicatrici. Sempre con LFA, nel 2024 esce “L’Urlatrice”, seguito di Dora, e dunque nuova avventura per l’Ispettore Greco. Vivo a Grugliasco alle porte di Torino (la mia città natale), e sono naturalmente spinta verso l’impegno sul territorio, che nel 2023 trova realizzazione nella costituzione del PRIMO GRUPPO DI LAVORO sulla DISABILITA’ – GRUGLIASCO, naturalmente evoluto nel evolvendo nel COMITATO SPONTANEO per la SENSIBILIZZAZIONE VERSO LA DIVERSITA’ E LA FRAGILITA’ - “INCLUSIVA-MENTE GRUGLIASCO “. Scopri di più su quello che faccio: linktr.ee/daniela.spagnolo_scrittrice

martedì 11 aprile 2023

Vita

Davvero voglio continuare così?

Davvero voglio che la mia vita prosegua su questa strada?

Questo mi sono chiesta, un pomeriggio, uno dei peggiori.

Dopo l’operazione credevo di essere diventata invincibile: nulla mi spaventava più, avevo fatto l’upgrade nell’olimpo degli immortali.

Che stolta, che ero stata! Che ingenua!

Quel pomeriggio era fatto delle ore che precedevano i primi controlli dopo l’operazione di estirpazione del tumore.

Avevo sentito parlare della paura del tumore, ma non avevo capito che cosa fosse in realtà.

Ecco che quel pomeriggio lo capivo bene, sotto tutti i sensi.

Vista: mi vedevo catapultata nella stessa situazione di esattamente un anno prima. Attorno a me non c’era la mia realtà, ma una realtà parallela.

Gusto: in bocca sentivo il gusto del sangue, il gusto amaro della paura, il gusto del dolore, persino il gusto che mi aveva lasciato l’anestesia.

Tatto: qualsiasi parte toccassi di me, la sentivo ostile.

Olfatto: la paura ha un odore ed io sto imparando a riconoscerlo.

Udito: qualsiasi parola mi venisse rivolta, la interpretavo e la sentivo come pietosa e compassionevole, con l’intento di nascondere una realtà dolorosa.

Questa ero io: ero regredita allo stato embrionale della disperazione e mi alimentavo di pensieri catastrofici.

Era stato a quel punto che mi ero chiesta:

“Davvero voglio continuare così?”

“Davvero voglio che la mia vita prosegua su questa strada?”

Era il mio punto di non ritorno.

Davvero avevo fatto tanta strada attraverso le mie angosce, per poi finire per accoglierle nuovamente dentro di me e lascarle governarmi?

Attorno a me la vita continua.

 



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