Chi sono

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Sono Daniela Spagnolo, Influencer di Gentilezza e Inclusività, Scrittrice di Donne, Blogger, Founder of @kindpowity_bydanielaspagnolo. Nel 2013 pubblico, in self publishing, "Fate Moderne", e nel 2016, sempre nella stessa forma, "La gente perbene e la ragazza del mercato". Nel 2018 esce "Il silenzio del Tempo", edito dalla casa editrice 96-rue-de-la-fontaine. Nel 2021 è la volta di "Dora", un noir dai tratti gotici, pubblicato con la LFA PUBLISHER, che si pone l’ambizioso obiettivo di essere il primo di una serie tutta ambientata nella medesima cittadina. Nel 2022 arriva "Piccolo Diario di una Cicatrice", ancora edizioni LFA PUBLISHER: un libro interattivo per provare a ripartire dalle proprie cicatrici. Vivo a Grugliasco alle porte di Torino (la mia città natale), e sono naturalmente spinta verso l’impegno sul territorio, che nel 2023 trova realizzazione nella costituzione del PRIMO GRUPPO DI LAVORO sulla DISABILITA’ – GRUGLIASCO, che ho fondato insieme ad una cara amica con la quale condivido esperienze di vita. Scopri di più su quello che faccio: linktr.ee/daniela.spagnolo_scrittrice

lunedì 16 marzo 2020

Tempo con la T maiuscola


Oggi abbiamo la conferma che finiremo sui libri di scuola. Purtroppo non sarà per un fatto positivo, ma per una sciagura, per qualcosa che abbiamo, sin’ora, visto solo nei film di fantascienza.
Avrei preferito venire ricordata per aver partecipato ad un mega concerto, come quelli che ebbero la fortuna di essere presenti a quell’evento visionario che si rivelò, in seguito, Woodstock.
Ma, se ci pensiamo, quanti sono i fatti positivi che vengono ricordati nei libri di storia? Io credo pochi, ma non vorrei sbagliarmi, e dunque chiedo a tutti i miei tantissimi follower (risata ahahahahah) di menzionarmene.
Per esempio, lo sapevate voi che il Natale del 1914 fu caratterizzato da un’iniziativa spontanea dei soldati in trincea, che decisero di onorare la nascita di Cristo con un cessate il fuoco e canti condivisi. Non se ne parla nei libri, per lo meno non in quelli che studiai io, ma lo scoprii per caso girovagando su internet.
E chissà quante altre iniziative belle e umane sono passate inosservate, perché “il buono non fa notizia”.
Ma adesso sì. Adesso fa notizia il fatto che la gente si saluti da un balcone all’altro. Adesso fa notizia il fatto che le persone si offrano di aiutare chi è in difficoltà, magari facendogli la spesa.
Si tratta di completi sconosciuti che si aiutano tra loro, e questo fa notizia.
Incredibile.
Fino a pochi giorni fa non sarebbe successo, nel senso che proprio non sarebbe successo che tra sconosciuti ci parlassimo!
Io domenica ho finalmente parlato con dei vicini che non avevo mai visto, e li ho salutati come se li conoscessi da sempre.
In realtà dovremmo prenderci a sberle, per questo.
Doveva arrivare un virus da ottomila chilometri di distanza per farci parlare tra noi, per farci interessare alla vita altrui, alle fatiche del prossimo?
Dovevamo ridurci a prigionieri delle nostre stesse case per desiderare di guardare anche solo il cielo o un albero nella loro purezza, senza rumore, senza inquinamento?
Dovevamo arrivare a temere realmente per la nostra salute per imparare che tutto il denaro del mondo non basta per comprare né un letto in ospedale né una cazzutissima mascherina, perché non c’è né l’uno né l’altro?
Doveva arrivare una peste 2.0 per farci passare del tempo stretti stretti in famiglia, senza distrazioni chiamate apericena, gelato, giro in bici, cinema…per carità, tutte abitudini sane, innocue e rigeneranti, se svolte con piacere e non per fuggire da chi, spesso, le fa con noi.
Dovevamo sentirci sotto attacco per comprendere di che cosa siamo capaci anche solo stando chiusi in casa?
Ci sono mamme che, dopo una clausura che per loro è arrivata già dal 21 febbraio, hanno acquisito tali capacità informatiche da meritarsi una laurea in ingegneria informatica! Ne parlerò con il mio rettore e mi farò portavoce per questo, state pur certe Mamme 2.0!
Ci sono vecchietti che hanno imparato a fabbricarsi le mascherine in casa, perché nelle farmacie trovi solo più i prodotti per il maquillage, ma mascherine e disinfettanti non si sa più dove cercarli.
Ci sono quelli che stanno imparando online a suonare uno strumento, per non farsi trovare impreparati al prossimo flash mob.
Gli irriducibili stanno ristrutturando casa con i kit per il modellismo.
Ecco, allora lo ribadisco: il tempo che ci sta venendo straordinariamente concesso, si è tramutato in Tempo, con la T maiuscola.
Merende casalinghe, dialoghi sul divano, riflessioni occhi negli occhi, abbracci rincuoranti a casa, ancora, si possono dare, ma non diciamolo in giro). Ecco, il Tempo.
Questa quarantena ha sospeso le nostre vite, è arrivata come arriva la morte. Ma in questo caso ci viene data una seconda opportunità e dunque sta a noi individuare la strada giusta per imboccarla un domani.
Adesso come non mai è il momento del qui ed ora, un po’ scomodo, ma mai così utile. È il momento di riflettere e probabilmente prenderemo decisioni che non avremmo preso prima. Probabilmente cambieremo i nostri gusti, certamente le nostre abitudini, ma sarà segno del fatto che tutto questo non sarà stato inutile.
Sta a noi fare in modo che questo sforzo non resti fine a sé stesso, e lo dobbiamo a chi, epr questa maledetta peste, figlia di tempi e politiche sciagurate, ha realmente perso quanto c’è di più sacro: la Vita.
Che il nostro, allora, sia davvero tempo con la T maiuscola, che ci porterà alla Vita degna di tale nome.


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