La giornata del 22 giugno 2016 è una di quelle giornate che sembra entreranno nella storia dei tempi.
E', infatti, successa una cosa davvero strabiliante per il nostro Paese, tanto amabile quanto ottuso, aggettivo che fa anche rima con colluso, che potenzialmente potrebbe farlo rientrare tra i Paesi all'avanguardia dal punto di vista sociale e della socialità (attenzione, non è la stessa cosa!).
La Corte di Appello di Torino si è pronunciata a favore della possibilità, per gli studenti delle scuole elementari e medie, di consumare il proprio pasto all'interno delle scuole, non usufruendo così del servizio mensa.
In effetti si tratta di una lotta che andava avanti da diversi anni e che ha visto coinvolti un nutrito gruppo di genitori agguerriti, che nel mio piccolo ringrazio per questo importante risultato!
Il tutto nasce dall'arrogante, come sempre, aumento del costo dei pasti scolastici.
"Per i figli, questo ed altro" direte voi. Ma la questione però è soprattutto legata alla qualità del cibo proposto (propinato, sarebbe meglio!) e alla modalità.
Nulla da eccepire nei confronti delle persone che lavorano a stretto contatto con i nostri bambini, servendoli durante i pasti, poichè sono certa che svolgano il proprio lavoro amorevolmente.
I miei dubbi si fondano sempre a monte.
Sebbene i controlli non manchino, purtroppo non sono mancati nemmeno gli episodi di intossicazioni alimentari registrati nelle mense scolastiche, e sentire certe notizie ti fa davvero arrabbiare, perchè sono la dimostrazione del fatto che le ditte non hanno a cuore la salute dei nostri bambini ma quella del Loro portafogli. Frasi banali, certo, ma purtroppo valide.
Questa sentenza è importante anche perchè sta dando vita ad un intenso dibattito tra genitori: chi si dichiara sostenitore del servizio mensa e chi pioniere della nuova strada proposta.
Io personalmente sono sempre disponibile alle nuove esperienze e dunque penso che intraprenderò la scelta di fornire il pasto per il pranzo. Questo un po' perchè non credo che la mensa cucini meglio di me, che già non sono brava (!). Se lo farò, sarà perché mi piace pensare che dandogli le cose preparate da me sarà come se fossi con mio figlio durante il pranzo, cosa che farei se non fossi "costretta da cause di forza maggiore"...
In più, non si può negare il fatto che con questa nuova possibilità si apriranno nuovi scenari di condivisione e socialità, che secondo me avvicineranno non solo i bimbi ma anche le loro famiglie: io sono un po' sognatrice e già mi immagino mamme che si mettono d'accordo tipo "Tu cosa gli prepari domani? Io gli faccio questo, così lo assaggia anche il tuo...". Magari c'è chi inorridisce al solo pronunciare la parola assaggia, ma tanto anche adesso possono pinzare da un piatto all'altro, e se il problema sussiste perché è allergico, per gli altri davvero io non lo vedo. Ma, l'ho detto, io sono sognatrice...
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