Una nuova ennesima tragedia e mi chiedo: cosa posso fare io,
che sto a 400 chilometri di distanza?
Ecco, la distanza. Certe cose capitano agli altri, alle
figlie degli altri e, soprattutto, ai figli degli altri.
Ai miei figli non capiterà mai, di essere carnefici. Perché io
sono una madre perfetta; perché la mia è una famiglia perfetta. Messa la
domenica, natale, pasqua; vacanze al mare d’estate, in montagna d’inverno; scuole
regolari; lavori più che dignitosi; casa pulita, in ordine e piena di cose
inutili ma utili.
No, in tutto questo il seme del male non troverà mai terreno
fertile per germogliare.
E se invece fosse proprio tutta la perfezione che ostentiamo
ad essere il nutrimento di questo male che ancora riesce a stupirci?
Che poi, questo male, detto così, ha qualcosa di etereo,
intangibile. Invece il male ha nomi ben definiti: Odio, Rabbia, Rancore,
Frustrazione.
Ecco, lo stupore. Se ancora, dopo i più di 100 femminicidi
che sono stati commessi da inizio 2023 riusciamo a stupirci dell’ennesima
efferata violenza, allora forse qualcosa ce la stiamo perdendo.
Ma cosa?
Ci stiamo perdendo i piccoli gesti quotidiani che sono gli
embrioni delle violenze di domani.
Il soprassedere di fronte al più celebre dei commenti sessisti,
non fare la femminuccia, solo perché pronunciato tra le sacre mura
domestiche.
L’ignorare volutamente i pesi che gravano nel capo di
una donna nell’ambito della gestione della famiglia.
Nutrire, ancora nel 2023, una maggiore considerazione per il
figlio maschio rispetto alla figlia femmina.
Azioni comuni, considerate come innocenti perché prive di
conseguenze immediatamente eclatanti.
Eppure, eccole qui, proprio qui le culle per quei maledetti
semi del male.
Il soprassedere e l’ignorare sono cibo per ego smisurati, che
vivono nella convinzione che le proprie azioni e le proprie parole non possano
avere conseguenze su chi le subisce o chi le ascolta.
Da madre di soli figli maschi, credo che non sia più
soltanto il caso di esortare le vostre figlie ad alzare la testa, ma anzi sono
convinta che sia il tempo di farla abbassare ai nostri figli: decisamente cresciuti
con messaggi di superiorità sessuale continuamente trasmessi, anche in maniera implicita,
da più canali di comunicazione, anche e soprattutto da certa musica distante
anni luce da noi genitori.
Da madre di soli figli maschi, spesso mi sento dire che sono
in minoranza in casa mia. Ma, signori, non si tratta di una gara e smettiamola
dunque di pensarla come tale: smettiamola di interpretare i rapporti come delle
continue competizioni, che inevitabilmente prevederanno un vincitore e un
vinto.
Da madre di soli figli maschi, questa sera accenderò un
lumino per Giulia e per tutte le altre donne, prima di lei, vittime. Ma non lo
accenderò io: lo farò accendere ai “miei” maschi di casa.
Invito tutte, Voi madri degli uomini di domani, a farlo insieme:
sarà un modo per riflettere sulle nostre mancanze e provare a pensare come
possiamo migliorare il nostro quotidiano, soprattutto per azzerare le possibili
culle di semi di Odio, Rabbia, Rancore, Frustrazione.
E poi, parliamo con i nostri piccoli uomini, ascoltiamoli e correggiamoli;
non giriamoci davanti alle loro imperfezioni; soprattutto, non mascheriamole
con frasi del tipo “è una ragazzata” poiché le “ragazzate” sono veri e
propri embrioni di violenza.