Chi sono

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Sono Daniela Spagnolo, Divulgatrice di Gentilezza e Inclusività, Scrittrice di Donne, Blogger, Founder of @kindpowity_bydanielaspagnolo. Nel 2018 esce "Il silenzio del Tempo", edito dalla casa editrice 96-Rue-de-la-Fontaine. Nel 2021 è la volta di "Dora", un noir dai tratti gotici, pubblicato con la LFA PUBLISHER, che si pone l’ambizioso obiettivo di essere il primo di una serie tutta ambientata nella medesima cittadina. Nel 2022 arriva "Piccolo Diario di una Cicatrice", ancora edizioni LFA PUBLISHER: un libro interattivo per provare a ripartire dalle proprie cicatrici. Sempre con LFA, nel 2024 esce “L’Urlatrice”, seguito di Dora, e dunque nuova avventura per l’Ispettore Greco. Vivo a Grugliasco alle porte di Torino (la mia città natale), e sono naturalmente spinta verso l’impegno sul territorio, che nel 2023 trova realizzazione nella costituzione del PRIMO GRUPPO DI LAVORO sulla DISABILITA’ – GRUGLIASCO, naturalmente evoluto nel evolvendo nel COMITATO SPONTANEO per la SENSIBILIZZAZIONE VERSO LA DIVERSITA’ E LA FRAGILITA’ - “INCLUSIVA-MENTE GRUGLIASCO “. Scopri di più su quello che faccio: linktr.ee/daniela.spagnolo_scrittrice

martedì 17 dicembre 2024

MOMENTI

Ci sono momenti in cui non si riesce a vedere oltre il proprio naso. 

Momenti in cui tutto sembra concludersi con il problema o la difficoltà del momento, e non si percepisce la potenzialità della situazione.

Ci sono momenti in cui ti senti persa… ma in realtà non puoi fare nulla, semplicemente lasciar passare.

E, in questi momenti, ti accorgi che ciò che ti preoccupa di più è: cosa penserà la gente?

C’è un particolare momento della giornata, in cui il sole entra dai vetri del balcone della mia sala da pranzo e illumina, impunemente, il pavimento del balcone, quello della stanza, i muri, il tavolo, gli scaffali, tutto; ma lo fa da un’angolazione tale da mettere in risalto unicamente lo sporco realmente presente su ognuna di queste superfici; e lo fa spudoratamente, senza lasciare la possibilità di nasconderlo o almeno mascherarlo.

Dura pochi minuti, ma in quei minuti la mia stanza più cara è a nudo, e rivela le proprie imperfezioni.

E penso che non sia un caso che ciò capiti proprio ad essa e proprio al mattino




lunedì 14 ottobre 2024

Senso di colpa

Il dolore del mondo ha il suono dei social.

Ha il colore dei selfie

Ha la consistenza degli addobbi di halloween, che convivono con i panettoni di natale ad ottobre.

Il dolore del mondo non arriva in occidente.

Non si sente, da questa parte, perché ci sono troppe voci disturbanti, troppe lamentazioni;

non arriva, perché non è importante, è solo un pensiero scomodo e inopportuno

lunedì 1 luglio 2024

OCCHI

 Mi piace guardare le foto del passato.

Mi fanno tornare in mente ciò che è stato. E, siccome generalmente le foto vengono scattate in occasioni speciali, occasioni che vogliamo imprimere nella memoria per la loro carica positiva di emozioni e per le persone che le hanno composte, inevitabilmente i ricordi che riaffiorano sono positivi e gradevoli.

Mi accorgo, però, che le sensazioni che mi riempiono l’animo, mentre guardo le foto del passato, hanno sempre, sempre, un retrogusto amaro; mi sembra di sentire in bocca l’amaro dolce della novalgina, un altro pezzo di passato, fatto di una cucina stretta e lunga, un balcone lungo e stretto, affacciato su un cortile di cemento circondato da palazzi alti e popolosi.

Poi, mi piace confrontare le foto del passato con quelle recenti, attuali, contemporanee, per vedere in che particolari io sia cambiata.

È vero, ho i capelli che stanno virando verso il bianco. Non può essere solo l’età, mi dico.

Ho scoperto di essere stata troppo esigente nei miei confronti, in passato. Mi consolo, mi perdono, ora.

Nonostante siano molte le, ancora piccole, differenze tra il “prima” e il “dopo”, ho capito che il principale dettaglio che evidenzia il tempo trascorso, nel mio caso sono gli occhi.

Un taglio che vira inesorabile verso il basso, e che appesantisce la palpebra, è il nuovo assetto.

Occhi che appaiono più stanchi, sguardi che risultano più gravi: questo è il quadro del presente, contro un passato fatto di occhi e sguardi proiettati verso l’alto e verso gli obiettivi fissati.

Sarà perché i ricordi positivi sono quelli che si sedimentano in basso, nel fondo del nostro cuore?

Sarà forse un (vano) tentativo dello sguardo di farli riemergere, quei ricordi, per riportali in vita, al di fuori dello stesso cuore?

Non so rispondermi.

So che, in questi anni, mi piace immergermi nei ricordi: rivedere persone, luoghi; rivivere emozioni di un tempo. Rivedo e rivivo come fossero presenti. 

Sì, confermo che i miei occhi virano verso il basso.

 

 



domenica 28 gennaio 2024

Che cos’è la MEMORIA?

 

Che cos’è la MEMORIA?

Se ne cerco la definizione, ecco cosa trovo:

Memoria è la funzione psichica di riprodurre nella mente l’esperienza passata, di riconoscerla come tale e di localizzarla nello spazio e nel tempo; oppure ancora Apprendimento e ripetizione fedele, non necessariamente legati ad una completa o corretta comprensione

A leggere queste due definizioni, si direbbe che la memoria sia cosa solo ed esclusivamente mentale; un affare legato alle sole capacità – o incapacità – della mente, che dunque la mette in pratica attraverso il Ricordo, ossia l’impronta di una vicenda singola o di un’esperienza più complessa.

Ne la “Recherche du Temp Perdu” Proust veicola anche ai non addetti ai lavori il concetto di Memoria Involontaria, che si manifesta grazie ad indizi presenti nel quotidiano e che risulta più legata al vissuto personale.

Altra Memoria è quella  Selettiva, per la quale la nostra mente seleziona solo quello che vogliamo ricordare.

E poi ancora la Memoria Storica, che unisce, celebra, solidarizza, attorno ad una memoria comune di gloriose gesta e di riconosciuti meriti. In questi casi, infatti, essa crea una compatta base storica che serve da piattaforma sulla quale il popolo potrà trovare le proprie radici, affondate nella tradizione e nelle storie tramandate.

Ma perché è importante la Memoria… o meglio: e’ importante la Memoria? E quale?

In una società dell’effimero e del bello precario e passeggero, che esalta unicamente il positivo, purchè individualmente utile, che posto potrebbe trovare la Memoria?

Essa è economicamente irrilevante; positivamente inutile; socialmente assente; individualmente segreta.

Sta proprio in queste quattro caratteristiche l’importanza della Memoria, in un frangente storico come il nostro.

Oggi è tutto affidate all’etere, persino i sentimenti e le emozioni. Questa pratica è talmente diffusa, che riusciamo a sapere in tempo reale se dall’altra parte del mondo stiano mangiando un hamburger e come, ma rischiamo di non ricordarci se la sera prima nel nostro stomaco ci fossero le farfalle.

Bisognerebbe fermarsi un momento davanti ad una foto, o ad una pagina di diario.

Entrarci dentro, immergerci in quello che l’autore o l’autrice ha affidato all’immagine o allo scritto, e fare una cosa che non siamo più tanto abituati a fare: SENTIRE.

Con il cuore, con la pancia. EMPATIZZARE

È un esercizio difficile e lo diventa ancora di più se o si fa attraverso il tempo. In questo caso, ci vuole Memoria.

Sicuramente non quella selettiva e nemmeno quella involontaria.

Bensì Memoria scomoda, cruda, oggettiva e, soprattutto, comune.

Quella memoria che permette di conoscere i fatti per come sono stati e combatte il rischio che l’oblio porta implicitamente in sé: la negazione.

L’importanza di avere memoria si manifesta proprio quando essa risulta essere ben cementificata nelle genti, che diventano così sicure di essa tanto da darla per scontata: è proprio allora, momento che generalmente coincide con il ricambio generazionale, che diventa indispensabile rinfrescarla e ristabilirla, renderla nuovamente viva, perché vada ad instaurarsi nelle menti più giovani ed esse la facciano propria.

Ben vengano, dunque, tutte le giornate commemorative, perché con la forza delle immagini e dei documenti siano testimoni di un passato che non vogliamo, ma anche formino la coscienza comune delle nuove generazioni. E’ questa l’importanza della Memoria.

Per lo meno finché non arrivi a diventare pura e semplice celebrazione fine a sé stessa.

In quel caso, pur mantenendo Memoria, avremmo perso il senso della stessa.




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